Di Mauro Speranza
Investing.com – Ryanair (LON:RYA) verso il taglio di 3 mila posti di lavoro e la riduzione della retribuzione del personale fino a un quinto del suo totale. Sono queste le misure annunciate dalla compagnia aerea irlandese per affrontare la crisi da Covid-19.
Il management di Ryanair ha spiegato che sta tagliando il 15% della sua forza lavoro di 20 mila dipendenti totali, in quanto non si attendeva un ritorno alla normalità relativamente al numero di passeggeri o dei prezzi prima dell'estate del 2022.
Inoltre, aggiungono dalla compagnia, potrebbero chiudere alcune basi in tutta Europa fino alla ripresa dei viaggi aerei.
L'amministratore delegato, Michael O'Leary, aveva già deciso un taglio degli stipendi pari al 50% per i mesi di aprile e maggio, ma ha esteso la misura fino alla fine di marzo del prossimo anno, definendo la decisione “il minimo per sopravvivere ai prossimi 12 mesi”.
“Se non si trova un vaccino, allora chiaramente potremmo dover annunciare altri tagli e tagli più profondi nel futuro", spiegava O'Leary alla BBC.
I tagli avranno inizio da luglio e riguarderanno soprattutto i piloti e il personale di cabina, oltre che ai team della sede centrale e del back office.
I tagli al personale delle altre compagnie aeree
Oltre a Ryanair, una sforbiciata ai dipendenti arriverà da Airbus (PA:AIR) con un taglio di 15 mila posti di lavoro in tutto il mondo, corrispondente all'11% della sua forza lavoro. Anche in questo caso, la decisione è stata presa per affrontare il ridimensionamento dell'attività arrivato a causa del coronavirus.
Il taglio sarà completo entro l'estate del 2021 e riguarderà in gran parte la Germania e la Francia, dove ci saranno circa 5 mila licenziamenti in entrambi i paesi, ma colpirà anche il Regno Unito (1.700), Spagna (900) e il resto del mondo (1.300)
Stessa musica da EasyJet (LON:EZJ), la quale sta valutando la chiusura delle sue basi in tre hub aeroportuali, Londra Stansted, London Southend e Newcastle, oltre che aver discusso con i sindacati il piano di emergenza con il licenziamento di un terzo dei suoi piloti con sede nel Regno Unito.
Da Easyjet prevedono che ci vorrà fino al 2023 per far tornare la domanda ai livelli del 2019, un'aspettativa che è simile a quella di Ryanair.
Secondo i sindacati francesi, infine, Air France (PA:AIRF) starebbe studiando una riduzione del personale per far fronte alle difficoltà del settore, con un taglio da 7.500 posti di lavoro entro la fine del 2022, dei quali 6.560 (su circa 41.000) nella compagnia e oltre 1.000 nel perimetro della controllata regionale hop!.