MILANO/BRUXELLES (Reuters) - Astrazeneca conferma l'impegno a fornire 180 milioni di dosi del vaccino anti-Covid all'Europa nel secondo trimestre, di cui 20 milioni all'Italia.
Lo dice, in un'intervista al Corriere della Sera, Lorenzo Wittum, presidente e AD di Astrazeneca Italia, aggiungendo che nel primo trimestre entro fine marzo arriveranno oltre 5 milioni di dosi, superiori alle 3,4 milioni di dosi previste, ma inferiori alla cifra di 8 milioni promessa inizialmente.
Martedì Astrazeneca ha dichiarato che metà delle 180 milioni di dosi previste nel secondo trimestre arriverà da fabbriche fuori Europa.
"AstraZeneca si sta comportando come un venditore di auto usate inaffidabile. Ottenere dati credibili da questa società è ancora una sfida", ha detto la parlamentare europea Esther de Lange, vicepresidente del Partito Popolare Europeo, il primo partito al Parlamento europeo, mettendo in discussione la rete di approvvigionamento dell'azienda dopo l'annuncio delle consegne da fuori Europa.
Il funzionario Ue che sta trattando con la società ha detto che Astrazeneca non ha chiarito quali siti di produzione globali dovrebbero rifornire la Ue, e se limiti alle esportazioni e problemi normativi possano ostacolare le forniture.
Il funzionario ha aggiunto che gli annunci devono essere sostenuti da un impegno concreto per risultare credibili.
Un portavoce della Commissione ha dichiarato che l'Unione europea è in trattativa con la società per assicurare "consegne puntuali di un numero sufficiente di dosi".
Anche se AstraZeneca consegnasse 180 milioni di dosi nel secondo trimestre, non riuscirebbe comunque ad adempiere all'obbligo di consegnarne 300 milioni entro la fine di giugno, a meno di non incrementare le consegne nel primo trimestre, ridotte a 40 milioni di dosi da 90 milioni originali, e di non consegnare anche i 30 milioni di vaccini dovuti da dicembre.
Nell'intervista Wittum ricorda che l'efficacia del vaccino Astrazeneca è del 62% sulla popolazione generale e che il 40% dei partecipanti agli studi clinici pubblicati a dicembre aveva ricevuto la seconda dose a più di 8 settimane di distanza dalla prima.
"Secondo gli ultimi dati, somministrando la seconda dose a 12 settimane di distanza dalla prima, l'efficacia sale all'82%. Nello stesso studio clinico si è osservato un dato estremamente soddisfacente che indica come la protezione dalla malattia grave e dal rischio di ospedalizzazione arrivi al 100% già dopo la prima dose", dice Wittum.
Sul tema varianti, Wittum spiega che Astrazeneca sta valutando la possibilità "di somministrare una terza dose" e che sta lavorando "a nuove versioni del vaccino".
"Per quanto riguarda la cosiddetta 'variante inglese', uno studio pubblicato in preprint su The Lancet indica che l'efficacia è sovrapponibile a quella che si ottiene sul virus originario", conclude.
(Tradotto da Redazione Danzica, in Redazione a Milano Gianluca Semeraro, luca.fratangelo@thomsonreuters.com, +48587696613)