Di Mauro Speranza
Investing.com - “Le banche tedesche si trovano in una condizione peggiore rispetto agli altri istituti europei”, Italia compresa. Ad affermarlo è Ronit Ghose, responsabile della ricerca bancaria di Citigroup.
Anche se le banche italiane hanno recentemente visto i prezzi delle azioni colpiti dal caos politico interno, dopo la Lega di Matteo Salvini ha fatto ‘esplodere’ l'accordo di coalizione di governo, ma parlando giovedì scorso alla CNBC "Squawk Box Europe", Ghose ha detto che da un punto di vista della redditività, gli istituti tedeschi sono in "una posizione di gran lunga peggiore" rispetto alle loro controparti italiane.
"Le banche italiane hanno fatto un po' di pulizia dei loro bilanci, come le banche spagnole. I tedeschi l'anno prossimo faranno un rendimento del 2-3% sul capitale proprio (ROE), e quest'anno sarà ancora peggiore", ha aggiunto Ghose.
La pressione del rallentamento dell’economia globale, le tensioni commerciali e l’incertezza geopolitica, indeboliscono tutto il settore, ma una combinazione di vulnerabilità strutturale e debolezza economica interna rendono le prospettive per le banche tedesche ancora più fosche.
Particolarmente colpita è Deutsche Bank (DE:DBKGn), le cui azioni viaggiano intorno ai 5,81 euro, che rappresenta il suo minimo storico.
La banca ha iniziato un programma di ristrutturazione di massa che vedrà 18.000 posti di lavoro tagliati entro il 2022 in tutto il mondo e la chiusura delle vendite di azioni e delle attività di trading, ma gli investitori hanno reagito con un certo scetticismo.
La performance azionaria della banca è in declino da diversi anni, con una serie di sfide economiche strutturali più ampie, aggravate da una serie di scandali relativi ai fallimenti nella lotta al riciclaggio di denaro sporco.
Anche l’altro gigante tedesco, Commerzbank (DE:CBKG), oggetto di un'operazione di fusione fallita con Deutsche quest'anno, ha registrato un crollo dei corsi azionari negli ultimi 18 mesi.
Ristrutturazione e taglio dei costi permeano ora le strategie delle banche europee, ma Ghose ha suggerito che i programmi più efficaci sono stati concentrati in Scandinavia e nella regione del Benelux (l'unione politico-economica tra gli stati confinanti Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo).
"Negli ultimi 10 anni hanno dimezzato le reti di filiali, tagliato l'organico e lo hanno fatto per due motivi: hanno mercati del lavoro flessibili e team di gestione intelligente. Sono lungimiranti, hanno usato bene la digitalizzazione e la ristrutturazione", spiegava l'analista.
In Francia, l'ultima stagione degli utili le banche francesi hanno mostrato i primi segnali di progresso negli sforzi di ristrutturazione nel complesso, e "il mercato ha applaudito questo nella stagione dei guadagni del secondo trimestre", ha raccontato Ghose. "I francesi hanno cominciato a parlare di riduzione dei costi, mostrandi qualche progresso così come il mercato si attendeva".
Resta, comunque, delicata la situazione per tutto il settore finanziario, con la redditività che resta un grave problema per il settore.
“I profitti del secondo trimestre del settore in calo del 7% rispetto all’anno precedente”, spiega Ghose, mentre molti analisti affermano che i bassi tassi d’interesse della Banca centrale europea rappresentano uno dei principali ostacoli nel percorso verso il profitto.