Di Michael Elkins
Quando il Presidente USA Joe Biden ha reso legge l’Inflation Reduction Act (IRA) ad agosto, lo ha definito “un passo storico per combattere l’inflazione, abbassare i costi e creare posti di lavoro che le compagnie non possono spedire all’estero”. La legge, tra le altre cose, si occupa della lotta ai cambiamenti climatici tramite incentivi fiscali per l’energia pulita ed i veicoli elettrici (EV).
In base alla nuova legge, i produttori negli Stati Uniti potrebbero ricevere fino a 45 dollari/kWh per batteria prodotta grazie all’Advanced Manufacturing Production Credit (AMPC). L’IRA prevede inoltre un incentivo per EV tramite CVC fino a 7.500 dollari per EV soggetti ai veicoli che rispettano i requisiti relativi a 1) minerali critici (3.750 dollari) e 2) componenti delle batterie (3.750 dollari).
Ora molte case automobilistiche che stanno passando ai veicoli elettrici cercano nuove forniture di batterie per EV costruite negli USA. Un analista di Bernstein si aspetta che la domanda di batterie per EV USA salga da 36GWh nel 2021 ad 839GWh entro il 2030, raggiungendo il 50% della penetrazione delle vendite per EV entro il 2030.
Tuttavia, crede che l’attuale budget dell’IRA possa non bastare. Secondo una nota dell’analista: “Ipotizzando un AMPC da 45 dollari/kWh per la produzione di celle e moduli delle batterie a partire dal 2023 fino alla fine del 2032, stimiamo che il totale dei crediti per i produttori di batterie possa ammontare a quasi 100 miliardi di dollari. O gli USA dovranno aumentare il budget per l’AMPC, o le batterie prodotte dopo il 2027 potrebbero non ricevere alcun incentivo, facendo scendere la competitività degli USA. Per i CVC, un budget di 7,5 miliardi di dollari implica incentivi per un milione di EV (7500 dollari a veicolo), pari ad appena il 7% delle vendite di 15 milioni di unità”.