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Bio On tenta il recupero mentre Astorri si difende

Pubblicato 03.10.2019, 11:30
Aggiornato 03.10.2019, 11:31
© Reuters.
ON
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Investing.com – Torna in verde BIO ON (MI:ON) dopo tre sedute in rosso consecutive e un tracollo del 60% che aveva trascinato le azioni sotto i 10 euro.

Oggi il titolo guadagna oltre il 6% recuperando in parte le perdite di ieri (-10%) ma restando ancora molto lontano dai livelli precrisi dello scorso luglio.

Il report del fondo Quintessential di fine luglio aveva trascinato il titolo in basso e non ha fatto bene nemmeno il bilancio presentato nei giorni scorsi, anche questo sotto attacco da parte degli esperti di QCM.

“Nessuno dei punti contenuti nel precedente Piano Industriale era stato raggiunto”, spiega Gabriele Grego, CEO di QCM, aggiungendo che Bio On ha anche oscurato il precedente piano sul sito.

“La società, quindi, ha fornito dati altamente discutibili rispetto alle reali attività dell’azienda, sia in termini di fatturato che di numeri relativi, ad esempio, alla PFN o alla produzione”, spiega Grego. Infine, il CEO ricorda come le recenti affermazioni della società circa una produzione di PHA pari a 2.5 tonn/giorno siano “palesemente incompatibili” con i dati diffusi da Bio On.

Sempre secondo Grego, restano i forti timori circa la liquidità e la solvibilità della Società, dubbi che hanno portato la Consob a chiedere una nota integrativa da parte di Bio On in cui si ribadiva la disponibilità degli azionisti fondatori a supportare finanziariamente la società per un importo di 10 milioni di euro in 12 mesi.

I nomi degli azionisti restano i due protagonisti della vicenda, Marco Astorri, presidente e ad di Bio On, e Guy Cicognani, entrambi detentori ciascuno del 6,6% del capitale in modo diretto, a cui si aggiunge il 47,81% in loro possesso tramite la holding Capsa.

Astorri ha attaccato il fondo americano, definendo l’attacco di QCM come “speculativo non accaduto per caso”.

Bio On, inoltre, ha risposto anche agli attacchi del fondo americano sulla questione delle dimissioni di Nomad, che “fanno pensare a una totale discarisa tra chi dovrebbe garantire come Autorità di Vigilanza una Società quotata all’AIM e la Società stessa”, secondo le parole di Grego.

Secondo Bio On, “sabato 28 settembre 2019 EnVent, lamentando una presunta mancata collaborazione e il venir meno del rapporto fiduciario, ha comunicato la rinuncia per giusta causa al contratto di Nomad”. Bio-On “ha immediatamente contestato la presenza della giusta causa ma, proprio per il carattere fiduciario del rapporto, ha deciso di accettare lo scioglimento, fermo restando che il rapporto si estinguerà a decorrere dal 28 ottobre prossimo, data in cui EnVent cesserà di essere Nomad di Bio-on o, se precedente, dalla data in cui verrà attivato il rapporto con un nuovo Nomad”.

In mezzo alle continue polemiche, Bio On ha chiuso due nuovi contratti di licenza, uno nel beverage della durata di 30 anni per 10 milioni di euro, e due joint-venture nel settore cosmetico e nell’oral care, per complessivi 1,6 milioni di euro. Nonostante questi accordi, ha dovuto rivedere le stime per il 2019 a stabili, a causa del venir meno della ‘una tantum’ dei

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