Di Mauro Speranza
Investing.com – Prosegue gli scambi in rosso Telecom Italia (MI:TLIT), sottoperformando il Ftse Mib, dopo la notizia diffusa da Bloomberg circa possibili resistenze provenienti dall’Unione europea sul progetto di rete unica.
Le azioni Telecom Italia erano state fermate dalle contrattazioni dopo pochi minuti dall’apertura di Piazza Affari quando cedevano oltre il 7%. Tornate agli scambi, le azioni proseguono con un calo superiore al 2%, intorno quota 0,36 euro.
Il titolo cede sotto il colpo della notizia diffusa da Bloomberg che parla di un possibile braccio di ferro con l’antitrust europeo che potrebbe aver luogo sul progetto di rete unica nazionale a banda larga controllata dall’ex monopolista Telecom Italia.
Secondo fonti Bloomberg che hanno chiesto di non essere identificate, i funzionari della concorrenza dell'Unione europea guidati da Margrethe Vestager sono preoccupati dalla proposta di combinazione tra la rete fissa di Telecom Italia e la sua rivale Open Fiber SpA, più piccola e sostenuta dallo Stato, che creerebbe un monopolio, invertendo due decenni di deregolamentazione.
L'amministratore delegato di Telecom Italia, Luigi Gubitosi, ha insistito per un accordo con Open Fiber per mesi e ha chiarito che la società non cederà il controllo della rete una volta che diventerà il fornitore unico italiano di accesso alla banda larga su rete fissa.
Secondo un'altra persona esperta in materia, prosegue Bloomberg, Gubitosi ha in programma di progettare una serie completa di rimedi di corporate governance per garantire i diritti degli azionisti di minoranza
Interrogati sulla questione dal Bloomberg, i manager di Telecom Italia hanno rifiutato di commentare, mentre la Commissione europea ha dichiarato via email che "sta seguendo da vicino gli sviluppi", non fornendo ulteriori commenti.
Il punto di vista dell'UE sarà importante in quanto potrebbe potenzialmente bloccare un accordo se mai sarà formalmente concordato, anche se entrambe le società hanno sede in Italia e il blocco pesa soprattutto sui legami transfrontalieri. L'UE ha spesso rifiutato di consentire alle autorità nazionali di rivedere gli accordi di telecomunicazione anche quando si trovano all'interno di un singolo paese.