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Bond, azioni, settori: come proteggere il portafoglio dai rischi secondo Pictet AM

Pubblicato 15.11.2023, 12:49
© Reuters
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Investing.com -- Mentre i mercati stavano cercando di adattarsi alla guerra tra Russia e Ucraina, gli sviluppi nel Medio Oriente hanno riversato una nuova dose di incertezza sugli investitori. Non solo. In uno scenario geopolitico complesso, le economie sembrano vulnerabili, con la stretta monetaria delle banche centrali che aumenta le possibilità di una dura frenata negli Stati Uniti e sta trascinando l’Europa verso la recessione.

In questo contesto, secondo la Strategy unit di Pictet Asset Management, anche se le valutazioni azionarie “sono forse più appetibili dopo la recente contrazione del mercato, e gli utili societari appaiono resilienti per il momento”, la crescita economica modesta non incentiva all'acquisto di azioni. L’asset manager, piuttosto, preferisce “sovraponderare le obbligazioni”, rafforzando così la posizione difensiva.

Momento d’oro per i rendimenti obbligazionari

“Quest'anno i mercati del reddito fisso hanno subìto importanti scossoni, e la prospettiva di un aumento dell'offerta di titoli di Stato è motivo di preoccupazione, visti i deficit consistenti del settore pubblico, in particolare negli Stati Uniti. Tuttavia, con le obbligazioni che offrono i rendimenti più interessanti da molti anni a questa parte (a ottobre, i Treasury Stati Uniti 10 anni hanno toccato il 5%, ai massimi da decenni) e un probabile rallentamento sia della crescita sia dell'inflazione, continuiamo a mantenere un sovrappeso sul reddito fisso”, spiegano gli esperti.

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Le economie rallentano

A livello globale, Pictet AM prevede che “l'economia statunitense rallenti ben al di sotto del potenziale e del tasso di espansione attuale (1,9%)”. Questo, spiegano i gestori, “perché, principalmente, prevediamo una riduzione dei consumi con l'esaurirsi dei risparmi accumulati dalle famiglie americane durante il COVID. Vediamo sottotono anche l'eurozona, in particolare i Paesi dipendenti dal settore manifatturiero. Tuttavia, la situazione dovrebbe migliorare con la lenta ripresa della Cina”. L’unica nota positiva tra le economie maggiori Pictet AM la trova nel Giappone per cui prevede “una crescita nel 2024 superiore al potenziale”.

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“I nostri parametri di valutazione danno chiaramente la preferenza alle obbligazioni rispetto alle azioni, non da ultimo grazie al recente balzo dei rendimenti”, sottolineano. “I multipli P/E azionari statunitensi rimangono più alti rispetto alle stime del nostro modello. Il rapporto prezzo/utili (P/E) a 12 mesi per il mercato è del 12% superiore alla nostra previsione di fair value (pari a 16 volte). I "magnifici sette" (i titoli tecnologici che dominano la performance del mercato azionario) si sono leggermente indeboliti, ma le previsioni per il loro P/E indicano ancora un generoso rapporto pari a 28 volte: un premio dell'80% rispetto al resto del mercato. Tuttavia, quest’ultimo ha seguito l'andamento dei rendimenti obbligazionari.

Negli Stati Uniti le azioni sono molto più costose delle obbligazioni: per la prima volta dal 2001, il rendimento azionario degli utili a 12 mesi è inferiore al tasso dei Fed Funds e il divario tra il rendimento degli utili e il rendimento obbligazionario reale è inferiore al 2%. Uno scenario di questo genere ha avuto luogo solo quattro volte negli ultimi cinquanta anni”, spiega Pictet AM.

“I nostri indicatori tecnici mostrano un indebolimento per le azioni, guidato dal calo del momentum in Giappone e da un deterioramento nell'eurozona. Tuttavia, la stagionalità resta favorevole al mercato per il prossimo mese. In peggioramento anche il trend per le obbligazioni. Il sentiment rimane debole e suggerisce condizioni di ipervenduto per l'eurozona e le azioni cinesi. All'interno del reddito fisso appaiono ipervenduti anche il credito high yield e le obbligazioni in valuta forte dei mercati emergenti”.

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Azioni di qualità e strategia difensiva

La combinazione di nuovi conflitti in Medio Oriente e guerra in corso in Europa accresce l'incertezza per gli investitori, già preoccupati dal fatto che i tassi d'interesse possano rimanere elevati ancora a lungo. In tali condizioni, secondo gli esperti “la scelta migliore per gli investitori sarebbe detenere i classici "titoli di qualità" di aziende a elevata redditività, con utili ben prevedibili e bassa leva finanziaria. Negli ultimi due anni, la performance di queste azioni è stata superiore a quella delle loro controparti growth, sensibili ai movimenti a rialzo e ribasso del ciclo economico”, sottolinea Pictet AM.

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Più Svizzera e Giappone, meno Eurozona

In questo contesto Pictet punta sulle azioni svizzere. “I titoli svizzeri dovrebbero rivelarsi interessanti nei prossimi mesi, poiché il Paese ha la quota più alta di titoli difensivi (e quasi tutti di qualità) tra tutte le economie principali: circa il 60% della capitalizzazione di mercato dell'indice di riferimento svizzero. Si tratta principalmente di aziende farmaceutiche e di beni di prima necessità”.

L’asset manager mantiene anche un sovrappeso sulle azioni giapponesi. “Molte aziende del Sol Levante beneficiano della forte dinamica degli utili, da cui ci attendiamo una crescita di mercato di poco superiore al 10%, la più alta tra tutte le economie sviluppate e paragonabile al ritmo che ci aspettiamo dai mercati emergenti. Siamo inoltre entusiasti delle nuove misure volte a migliorare la corporate governance in Giappone”, aggiunge la Strategy unit che al contrario afferma di essere meno positiva sui titoli dell'Eurozona.

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“Le prospettive di crescita della regione rimangono deboli, ed è probabile che la politica della banca centrale resti aggressiva a causa della pressione al rialzo sui prezzi dovuta alla forte crescita salariale. Allo stesso tempo, i margini di profitto delle aziende europee appaiono vulnerabili.

La scelta nei vari settori

Per quanto riguarda i settori, Pictet AM sovrappesa l'energia, “una mossa difensiva alla luce dell'aumento delle tensioni geopolitiche. La nostra posizione difensiva è ulteriormente rafforzata dal sottopeso nei beni di consumo voluttuari e dal sovrappeso nei beni di prima necessità”, precisano dall’unità strategica.

“È evidente che i consumatori, in particolare quelli statunitensi, stiano spendendo i risparmi accumulati durante la pandemia a un ritmo più rapido di quanto pensassimo in precedenza, il che suggerisce, a tendere, un calo della spesa al dettaglio. Negli Stati Uniti, ad esempio, il risparmio complessivo è diminuito di due terzi dal picco di circa 1,8 miliardi di dollari dell'agosto 2021. A questo ritmo, i consumatori avranno esaurito le loro riserve entro la metà del 2024”. Per questo motivo, l’asset manager mantiene una posizione di sovrappeso nei servizi di comunicazione. “Il settore offre esposizione ad aziende dai bilanci solidi e negoziate a valutazioni ragionevoli”. Per contro, conclude Pictet, “rimaniamo neutrali nei confronti del settore della tecnologia. Gli utili delle grandi aziende tecnologiche sono stati, in parecchi casi, deludenti: sebbene il settore sia sostenuto da forti tendenze secolari (come il crescente utilizzo dell'Intelligenza Artificiale), è difficile vedere sorprese al rialzo”.

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