MILANO (Reuters) - Seduta negativa a Piazza Affari che come le altre borse europee si avvia alla chiusura con una sfilza di segni meno sui timori di recessione in un contesto di alta inflazione e instabilità geopolitica.
In calo anche gli indici di Wall Street, con gli investitori in attesa dei dati sull'inflazione giovedì e delle prime importanti trimestrali alla fine della settimana.
"L'umore del mercato è negativo, ma i volumi del ribasso non sono così alti per il momento, quindi non mi preoccuperei troppo per ora, anche se ci avviciniamo a soglie tecniche allarmanti", dice un trader che cita ad esempio i 20.000 punti del FTSE Mib.
Intorno alle 17 l'indice FTSE Mib arretra dell'1% intorno ai 20.700 punti con volumi a circa 1,2 miliardi di euro.
Tra i titoli in evidenza:
Scendono le banche, come in tutto il vecchio continente. L'indice milanese di settore cede l'1,3%, Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) e Unicredit (BIT:CRDI) perdono tra l'1% e il 2%, Banco Bpm (BIT:BAMI) il 2,3%.
In controtendenza Mps (BIT:BMPS), in rialzo del 3,3%, in attesa del Cda sull'aumento di capitale iperdiluitivo e ormai imminente. Secondo due fonti, è in atto una corsa contro il tempo per chiudere il consorzio di garanzia con le banche e i lavori del consiglio di oggi potrebbero proseguire anche domani.
Telecom Italia (BIT:TLIT) cede il 3% dopo aver ritoccato i minimi storici a 0,1743 euro in seduta. Ieri Cdp Equity, Macquarie e Open Fiber hanno chiesto un prolungamento dei tempi per l'eventuale offerta sulla rete di Tim. Secondo gli analisti di Banca Akros, la notizia è certamente negativa ma non coglie troppo di sorpresa.
Tra industriali deboli, si rafforzano nel finale alcuni titoli dell'automotive con Stellantis (BIT:STLA) +0,5%, Ferrari (BIT:RACE) +1% e soprattutto Brembo (BIT:BRBI) a +4%.
Ancora vendite sul settore energia, condizionato dal calo dei prezzi del petrolio. Eni (BIT:ENI) perde quasi il 2% e risente anche della revisione al ribasso delle stime di produzione della controllata norvegese Var Energi, che a sua volta cede quasi il 10%.
In forte calo Saras (BIT:SRS) che perde il 7% nonostante l'incremento dei margini di raffinazione, in particolare nel diesel, saliti la scorsa settimana a 17,2 dollari al barile da 10,8 della settimana precedente e con i margini che nel quarto trimestre si muovono al di sopra del livello record in media raggiunto nel secondo trimestre dell'anno. Secondo Mediobanca (BIT:MDBI) Securities, "gli investitori restano preoccupati della contrazione della domanda negli Usa, unita ai timori di un rallentamento economico che potrebbe essere globale nei prossimi mesi".
Resistono ai ribassi titoli difensivi come Campari (BIT:CPRI) (+1,4%), Diasorin (BIT:DIAS) e Recordati (BIT:RECI), mentre perde più del 3% Amplifon (BIT:AMPF).
(Claudia Cristoferi, editing Sabina Suzzi)