MILANO (Reuters) - Borsa di Milano ingessata nell'ultima seduta prima di Natale, in un clima che continua a privilegiare la prudenza tra politiche restrittive delle banche centrali e timori di contrazione dell'economia.
In sale operative quasi deserte, un trader parla di scambi al lumicino, con molto poco da commentare.
Poco mossi anche i futures sugli indici Usa in attesa di nuovi dati sull'andamento dei prezzi nel primo pomeriggio, tema che resta sotto lo scrutinio della Fed.
Intorno alle 12,40 il FTSE Mib cede lo 0,01% tra borse europee ugualmente poco mosse. Volumi di poco sopra i 350 milioni di euro. Gli scambi sottili favoriscono la volatilità dei singoli titoli.
Tra i titoli in evidenza:
Contagiati dal rialzo del settore healthcare in Europa, salgono Amplifon (BIT:AMPF) e Diasorin (BIT:DIAS).
Resta tonica Leonardo (+1,1%) dopo un nuovo contratto in Canada per 690 milioni di euro. "La notizia non era scontata e neanche attesa", commenta Banca Akros, sottolineando che il peso del contratto canadese è pari a circa il 4,3% dell'obiettivo di nuovi ordini fissati da Leonardo per il 2022.
In moderato rialzo le banche dopo il calo di ieri, in linea con il settore europeo, con Unicredit (BIT:CRDI) in testa in rialzo dell'1% e Intesa (BIT:ISP) Sp che sale di 0,4%. Ripiega Mps (BIT:BMPS) (-1,96%) che torna di poco sotto i 2 euro dopo il balzo della vigilia, segno che questo livello rappresenta per la banca una soglia difficile da superare in maniera stabile.
Piatta Banco Bpm (BIT:BAMI) dopo l'annuncio dell'accordo con Credit Agricole (EPA:CAGR) nella bancassurance.
Saipem (BIT:SPMI) annulla il ribasso, in lieve flessione Eni (BIT:ENI) nonostante il rialzo del greggio, che spinge invece Tenaris (BIT:TENR) (+1,2%).
Debole il lusso in tutta Europa, con Moncler (BIT:MONC) -1%. Sale Safilo (BIT:SFLG) (+2,5%).
Spunti al rialzo su Telecom (BIT:TLIT) (+1,4%).
Continua la risalita di Juventus (BIT:JUVE) (+2,2%) sempre sulle speculazioni in merito a un possibile delisting.
Civitanavi scivola di oltre il 12% dopo che ieri sera ha annunciato una revisione al ribasso delle stime sul 2023 per tenere conto del nuovo "scenario dei costi energetici, dell'inflazione e dello 'shortage' della componente elettronica che continua a permanere".
(Claudia Cristoferi, editing Stefano Bernabei)