MILANO (Reuters Breakingviews) - La principale azienda italiana del settore della difesa ha bisogno di una spinta. Bloccata da costose operazioni di M&A Leonardo, controllata per il 30% dallo Stato, tratta aforte sconto rispetto ai suoi concorrenti. Forse c'è un modo per invertire la tendenza.
Gli investitori del gruppo che nasce dal vasto conglomerato navale e meccanico Finmeccanica (BIT:LDOF), fondato dopo la Seconda Guerra Mondiale, hanno motivi per essere delusi.
Negli ultimi cinque anni, il total return del costruttore di elicotteri AW13, inclusi i dividendi, è stato di appena il 19%, secondo i dati Refinitiv. Un dato che non regge il confronto con il 167% di Rheinmetall, produttore tedesco di carri armati Leopard, il 104% della britannica BAE Systems (LON:BAES), e il 91% della svedese Saab.
Anche se le quotazioni di Leonardo sono salite dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022, grazie all'aumento delle spese militari da parte dei governi europei, quelle di Rheinmetall hanno comunque fatto meglio.
Anche i risultati aziendali conseguiti dal gruppo spiegano la sottoperformance. L'Ebit margin del 2022, sotto il 7%, si confronta con una media del settore di circa il 10%, secondo i calcoli di Breakingviews su dati Refinitiv.
Il gruppo italiano ha anche pagato troppo per l'acquisizione di Drs per 5,2 miliardi di dollari nel 2008, la società Usa che vale meno di 4 miliardi a un anno dalla quotazione.
A circa 8 volte gli utili per l'anno prossimo, le azioni Leonardo scambiano a sconto di circa il 50% rispetto ad un multiplo in media di 17 dei suoi principali concorrenti.
La buona notizia è che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sta sostenendo una nuova lista di consiglieri di amministrazione per Leonardo, indicando come AD l'accademico ed ex ministro Roberto Cingolani, la cui esperienza come responsabile dell'innovazione tecnologica di Leonardo sarà utile, anche se non ha ancora guidato una società quotata in borsa.
Meloni ha inoltre scelto come presidente un ex rappresentante della Nato in Afghanistan, ma anche diversi funzionari vicini al governo che non hanno un chiaro background nel settore della difesa.
GreenWood Investors, azionista di Leonardo dal 2014, sta cercando di invertire la rotta. Con una mossa non dissimile da quella dell'hedge fund Covalis con Enel (BIT:ENEI), GreenWood sta cercando di contrastare l'opaca presa di potere del governo nei confronti delle partecipate statali. GreenWood ha proposto come consigliere Giancarlo Ghislanzoni, e ritiene che Leonardo possa valere quattro volte l'attuale valore dell'equity.
Tale valore potrebbe essere raggiunto attraverso uno scorporo o la vendita della divisione aerostrutture, in perdita, per concentrarsi sul business dell'elettronica a valore aggiunto. Gli analisti stimano che i componenti elettronici, che oggi costituiscono circa un quarto del prezzo di un jet da combattimento, avranno presto un peso del 50% sul costo totale.
Una nuova, ed esterna, prospettiva in questo momento è fondamentale. Senza di essa, Leonardo potrebbe perdere l'occasione rappresentata dall'impennata della spesa globale per la difesa, e un'opportunità d'oro per risollevarsi.
(Lisa Jucca, tradotto da Luca Fratangelo, editing Andrea Mandalà)