Di Michael Elkins
La China Association of Automobile Manufacturers (CAAM) ha pubblicato giovedì i dati che mostrano un aumento delle vendite del 29,7% a luglio rispetto all'anno precedente, raggiungendo i 2,42 milioni di unità. Le vendite di veicoli a nuova energia sono aumentate del 120%.
Il balzo fa parte di una ripresa prolungata, iniziata a giugno con l'allentamento dei protocolli COVID, che prevedevano mesi di rigide chiusure nei principali poli produttivi di Shanghai e Changchun. Una ripresa, quella di luglio, sostenuta perlopiù da incentivi governativi come la riduzione dell'imposta sulle vendite per i veicoli di piccola cilindrata e i sussidi per incentivare la permuta dei veicoli a benzina con quelli elettrici.
Il COVID, tuttavia, non è stato l'unico vento contrario da cui il mercato si sta riprendendo. Xu Haidong, funzionario senior del CAAM, ritiene che la Cina continuerà a registrare "aumenti stabili" dopo la carenza di chip dello scorso anno, che ha avuto un forte impatto sulla produzione automobilistica mondiale. Una carenza che è stata esacerbata dall'epidemia COVID.
I dati hanno anche mostrato che le vendite di ibridi plug-in sono quasi triplicate e i veicoli completamente elettrici sono raddoppiati, dato che l'aumento del costo del petrolio e i prezzi delle batterie spingono i consumatori a prendere in considerazione veicoli più economici.
Le vendite annuali di auto a benzina, che vengono vendute con sconti maggiori, dovrebbero diminuire per il quinto anno consecutivo nel 2022, ha dichiarato Xu Changming, vice direttore del think tank ufficiale State Information Center. Changming ha avvertito che la domanda complessiva di veicoli non è così forte come ci si aspettava nonostante gli incentivi.