Investing.com – Rosso pesante sui titoli petroliferi europei ‘abbattuti’ da diversi fattori mondiali. Tra i peggiori troviamo Technip (PA:FTI) che crolla del 5%, Seguita da Royal Dutch Shell PLC Class A (AS:RDSa) con un –3%, Saras (MI:SRS), Tenaris (MI:TENR), Total ed Eni (MI:ENI) con flessioni superiori al 2%. Cedono oltre l’1%, infine, Saipem (MI:SPMI), e BP (LON:BP).
Le vendite erano partite dopo la diffusione dei dati sugli utili da parte di Shell, la quale ha segnalato un crollo dei profitti nel quarto trimestre, in flessione di 5,59 miliardi di dollari rispetto agli attesi 3,36 miliardi. Crollano anche i ricavi con un -18%, scendendo a 84,01 miliardi di dollari.
In calo anche l’utile adjusted Ccs, aggiustato ai costi correnti delle scorte, sceso a 2,9 miliardi di dollari rispetto ai precedenti 5,59.
Il calo dei prezzi del petrolio e il coronavirus
A pesare sui titoli energetici resta il nuovo calo del greggio, oggi scambiato a 52 dollari al barile, mentre il Brent scende sotto quota 58 dollari.
"Il virus di Wuhan e le ricadute economiche sull'Asia, motore del mondo, restano il problema cruciale per il mercato petrolifero e qualunque rimbalzo è destinato ad avere vita breve", spiegano gli analisti di Oanda.
Il bilancio dell’epidemia, infatti, continua ad aggravarsi, con i decessi che arrivano a 170 dall’inizio della diffusione del coronavirus, mentre solo ieri i nuovi casi registrati sono stati 1.771.
A far rientrare il virus nelle preoccupazioni sulla situazione mondiale era stato anche Jerome Powell nel corso del suo intervento di ieri dopo la riunione della Federal Reserve. Il numero uno della banca centrale americana, infatti, aveva aggiunto il virus cinese alla lista delle incertezze di cui bisognerà tenere conto, perché potenzialmente probabile fattore di forte disturbo alle economie e quindi da monitorare con grande attenzione.
"Il nuovo virus, pur essendo classificato per il momento come di tipo B al pari di quelli della Sars, dell'Aids e della polio, viene gestito come se fosse di classe A, la stessa del colera e della peste", spiegava il Ministro della Salute, Roberto Speranza, nell'informativa alla Camera sul coronavirus. "L'Italia”, aggiungeva Speranza, “è in costante contatto con l'Organizzazione mondiale della sanità e monitora attentamente la situazione.
Alle preoccupazioni per il virus si sono aggiunti i dati sulle scorte di petrolio diffusi ieri dall’Energy Information Administration (EIA), segnalando un aumento sensibile.
Le scorte di greggio erano cresciute di 3,5 milioni di barili della settimana terminata il 24 gennaio, mentre le attese degli esperti arrivavano a 482 mila barili.