Di Davit Kirakosyan
Credit Suisse Group (NYSE:CS) e UBS Group AG (NYSE:UBS) sono tra le banche sotto esame in un’indagine del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti per aver potenzialmente aiutato gli oligarchi russi a eludere le sanzioni, secondo quanto riportato da Bloomberg che cita fonti informate sui fatti.
Entrambe le banche svizzere sono state recentemente citate in giudizio insieme a dipendenti di importanti banche statunitensi. Secondo le fonti, le indagini del Dipartimento di Giustizia mirano a identificare i dipendenti delle banche che hanno avuto a che fare con i clienti sanzionati e a determinare se sono state violate le leggi.
Credit Suisse ha rifiutato di commentare e UBS non ha risposto a una richiesta di commento.
Credit Suisse era noto per i suoi servizi ai russi facoltosi (gestendo per loro oltre 60 miliardi di dollari al picco della sua attività) prima di interrompere l’attività con i clienti individuali lo scorso maggio.
Le banche possono incorrere in gravi sanzioni per aver violato le sanzioni statunitensi, come BNP Paribas (OTC:BNPQY) che nel 2014 ha accettato di pagare quasi 9 miliardi di dollari per aver elaborato transazioni per entità sudanesi, iraniane e cubane sottoposte a sanzioni. Nel 2019, la banca Standard Chartered (OTC:SCBFF) ha raggiunto un accordo con il Dipartimento di Giustizia, accettando di pagare oltre 1 miliardo di dollari. L’accordo è stato raggiunto dopo che un ex dipendente della banca si è dichiarato colpevole di aver cospirato per violare le sanzioni statunitensi sull’Iran.