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"Dalla stretta della Fed scarso impatto sugli utili delle aziende Usa"

Pubblicato 27.01.2022, 21:00
Aggiornato 27.01.2022, 20:20
© Reuters.  "Dalla stretta della Fed scarso impatto sugli utili delle aziende Usa"

James Athey, Investment Director di abrdn, spiega che l’impatto del rialzo dei tassi ha tempi lunghi, ma avverte che il doppio freno all’economia di politiche fiscali e monetarie può complicare le cose per le azioni

Il presidente della Fed Jay Powell, dopo l’indicazione del FOMC di un rialzo in arrivo dei tassi di interesse americani, ha minimizzato i timori sull’inasprimento delle condizioni finanziarie, il che consente al mercato di prepararsi per tempo a una stretta monetaria maggiore del previsto nei prossimi 24 mesi. La nuova linea della Federal Reserve probabilmente costituirà un vento contrario significativo per le azioni in generale, ma in particolare per quelle che hanno fatto registrare negli ultimi anni valutazioni da favola. Sfortunatamente, per gli investitori azionari, proprio la pattuglia di società con multipli da capogiro include alcune dei più grandi e apprezzati titoli degli indici statunitensi.

TITOLI GROWTH PIÙ A RISCHIO

E’ la riflessione di James Athey, Investment Director di abrdn, sulle implicazioni delle ultime indicazioni della Fed su azioni, asset a rischio e utili aziendali. Per quest’anno il consenso di mercato prevedeva che una stretta della Fed avrebbe pesato sui titoli più sensibili al rendimento dei Treasury, che si trovano principalmente nel comparto growth e/o nel settore tecnologico, con gli investitori che avrebbero dovuto posizionarsi in vista di una sovra-performance di value e ciclici...

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** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge


Ultimi commenti

In passato gli aumenti dei tassi non hanno frenato il mercato toro durato mediamente 6 anni dal primo rialzo e, in due casi su tre, con un intervallo del ciclo espansivo a metà (94/95 15/16). Io ritengo principalmente che l’aumento dei tassi e la riduzione degli stimoli farà crescere gli indici in maniera meno esponenziale (guardate i grafici US dal 08 al 18 e dal 18/19 a oggi) ma comunque non impatterà la crescita. La FED si trova in una situazione molto spiacevole ma, ritengo, buona parte dell’inflazione (no core) continua ad essere dovuta ai rallentamenti e limitazioni nella catena di produzione e distribuzione, cosa che con il downgrading a “endemica” di Omicron penso e spero finisca per sempre
guardate l'ultima volta che avevano aumentato i tassi. la borsa mise a segno un 6/7% di guadagno al mese
io non sono un esperto e mi stupisco di come voi qui sappiate bene di macroeconomia ma a rigore di logica se una azione growth scende del 70% e (ormai tutte sono così ) come può non fare bene a questi prezzi x i prossimi 5 /7 anni ?
Amen
mettiamoci il cuore in pace la pacchia è finita
Quindi, a rigore di logica, le operazioni non convenzionali delle fed, non servivano a nulla?
Sarà interessante vedere le reazioni quando si renderanno conto che i tassi FED non faranno scendere ne il prezzo del petrolio ne il prezzo dei metalli. Alzare il costo di indebitamento, in occidente, significa alzare il costo di produzione e di conseguenza i prezzi del prodotto al consumatore. L’inflazione la alimenti, non la fermi.
è proprio così, questo non è lo strumento adatto per combattere questo tipi di inflazione
Infatti secondo me abbiamo due opzioni: o faranno marcia indietro al secondo/terzo rialzo, soprattutto per quanto riguarda il QE, oppure andranno in recessione (cosa che posso pensare per il 23/24) e saluti a tutti…
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