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Del Vecchio chiede via libera a Bce per salire in Mediobanca, titolo vola

Pubblicato 01.06.2020, 13:20
Aggiornato 01.06.2020, 16:00
© Reuters. Il logo di Mediobanca presso la sede centrale a Milano
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MILANO (Reuters) - Leonardo Del Vecchio ha chiesto alla Banca centrale europea il via libera per salire sopra il 10% di Mediobanca (MI:MDBI) fino ad un massimo del 20% del capitale, nuova soglia autorizzativa, con istanza depositata a Banca d'Italia il 29 maggio.

"Il procedimento, salvo sospensione, ha una durata massima di 60 giorni lavorativi dalla data dell'avviso di ricevimento della notifica da parte della Banca d'Italia", si legge in una nota di Delfin, holding di Del Vecchio.

In Borsa Mediobanca, che non commenta la notizia, è salita fino a oltre il 13%, per poi attestarsi intorno a +8,4% alle 14,00 a 6,328 euro. Intensi i volumi.

Del Vecchio è diventato primo azionista di Piazzetta Cuccia a novembre con la contestuale uscita dal capitale di UniCredit (MI:CRDI), arrivando appena sotto il 10% e costruendo la partecipazione, nella sorpresa generale, nel corso di poco più di due mesi.

Il fondatore di Luxottica (MI:LUX) aveva dichiarato di voler creare un azionariato stabile per Mediobanca e Generali (MI:GASI), di cui la banca è principale azionista con il 13%, e di sostenerne la crescita. Anche il gruppo assicurativo è tonico in borsa e sale del 3,6%.

Citi scrive che il ruolo di Del Vecchio nella banca d'affari "ha acceso preoccupazioni tra i suoi azionisti di lungo termine per via della mancanza di chiarezza sugli obiettivi strategici dell'investimento e per il potenziale impatto sul gruppo". Si aspetta dunque che il titolo resti volatile finché durerà l'incertezza.

"Del Vecchio è un imprenditore di successo ma ha una esperienza limitata nel settore bancario", sottolinea il broker.

OCCHI SU SCADENZA CDA MEDIOBANCA IN OTTOBRE

Con l'ingresso in Mediobanca, Del Vecchio aveva inizialmente rivolto delle critiche all'AD Alberto Nagel per la sua gestione dell'istituto, troppo dipendente, a suo avviso, da Generali e dalla controllata nel credito al consumo Compass, sollecitando anche una crescita con acquisizioni.

Aveva poi, però, espresso apprezzamento per il piano industriale triennale presentato a novembre che confermava la strategia di diversificazione su wealth management e consumer banking.

Un primo appuntamento per capire quali siano le intenzioni di Del Vecchio sulla governance della banca potrebbe essere la scadenza del Cda e del mandato di Nagel in ottobre. Lo scorso febbraio lo stesso Nagel ha aperto a un cambiamento dello statuto per renderlo più allineato alle prassi di mercato e consentire l'eventuale nomina di un Ceo esterno al gruppo.

Dalla sua nascita nel 1946, Mediobanca non ha mai avuto un singolo azionista non bancario sopra il 10% del capitale e la mossa di Del Vecchio, che possiede anche il 4,8% di Generali, ha subito alimentato speculazioni su un possibile riassetto del cuore della finanza italiana.

Fonti vicine alla vicenda hanno detto in ottobre che l'obiettivo del fondatore di Luxottica era di accrescere la sua influenza sul futuro di Generali, aprendo la strada anche a possibili operazioni cross-border.

COPASIR SEGUE VICENDA CON ATTENZIONE

© Reuters. Il logo di Mediobanca presso la sede centrale a Milano

Adolfo Urso, vice presidente del Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza, afferma che "come Copasir siamo ovviamente attenti a tutte le operazioni che si effettuano in questo periodo, comprese quelle che riguardano Mediobanca, soprattutto se hanno per oggetto l'acquisizione di quote potenzialmente di controllo".

Il Copasir, spiega un secondo membro chiedendo di non essere citato, vuole essere sicuro "che qualsiasi riassetto societario di Mediobanca non produca ripercussioni tali da pregiudicare l'allocazione del debito italiano anche perché Mediobanca è un importante azionista di Generali", che detiene circa 60 miliardi di Btp.

Sulle voci di una possibile fusione Generali-Axa, che riacquistano forza con la mossa di Del Vecchio, il componente del Copasir spiega che "l'Italia sta effettuando immissioni consistenti titoli di stato e dobbiamo avere la ragionevole certezza che banche e assicurazioni restino importanti detentori del debito italiano".

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