MILANO (Reuters) - Il boom dei prezzi delle materie prime, gas e petrolio, unito ai maggiori volumi di vendita, ha fatto da volano per i fatturati di Enel (BIT:ENEI), Eni (BIT:ENI) e Gse che si confermano sul podio tra le principali società italiane nel 2021.
E' quanto emerge dall'indagine dell'Area Studi Mediobanca (BIT:MDBI) che ha oggi presentato la 57esima edizione dello studio sulle principali società italiane. Lo studio analizza i bilanci di 3.442 aziende, suddivise in base al settore in cui operano.
Il trend è proseguito anche nei primi nove mesi di quest'anno, con i due colossi dell'energia che hanno realizzato ricavi rispettivamente pari a 108 miliardi di euro (+84%) e 101 miliardi (+102,7%).
Nella Top 20 per fatturato al quarto posto si colloca Fca Italy (gruppo Stellantis (BIT:STLA)) con ricavi pari a 21,9 miliardi seguita da Telecom Italia (BIT:TLIT) (Tim) (15,1 miliardi), prima nel comparto servizi, e da Leonardo (14,1 miliardi).
Lo studio evidenzia che, sempre grazie al balzo del prezzo delle commodities, Edison e A2A (BIT:A2) guadagnano ben sette posizioni, piazzandosi rispettivamente nona e decima con fatturati pari di 11,7 miliardi e 11,3 miliardi nel 2021.
In netta crescita anche la società di raffinazione petrolifera Saras (BIT:SRS) che guadagna 8 posizioni con 8,6 miliardi mentre fanno il loro ingresso Kuwait Petroleum Italia e Esso Italiana con vendite pari a 7,6 miliardi e 7,4 miliardi.
Chiude in ventesima posizione la oil service Saipem (BIT:SPMI) con 6,9 miliardi.
La prima e unica azienda della distribuzione fra le prime 20 è Superit, holding che controlla Esselunga, che occupa laquindicesima posizione con vendite pari a 8,5 miliardi.
In sintesi, delle Top 20, nove sono società a controllo pubblico, cinque a controllo privato italiano e sei a controllo estero.
Da uno sguardo alle aziende che hanno presentato i risultati dei nove mesi, emerge che Edison ha realizzato il balzo maggiore dei ricavi (+233,5%) rispetto al medesimo periodo riferito al 2021, seguita daSaras (+106,3%), Saipem (+46,1%) e Leonardo (+4%).
Sul fronte dei risultati netti, Eni è la regina degli utili, avendo chiuso il 2021 con 5,8 miliardi, dopo la perdita di 8,6 miliardi del 2020. Seguono Enel con 3,2 miliardi (+22,2%). Al primo posto delle perdite si trova, invece, Telecom con 8,7 miliardi.
POSTE BATTE TUTTI PER NUMERO DIPENDENTI, 53% SONO DONNE
Il principale datore di lavoro è sempre Poste (BIT:PST), con oltre 121.423 dipendenti tutti nazionali. Seguono Ferrovie dello Stato (72.900) e Telecom con poco più di 38.300 unità alla fine dello scorso anno. Lo studio sottolinea che Poste si contraddistingue anche per la presenza femminile tra gli occupati, il 53% del totale. Ma un'incidenza ancora più alta, pari al 90%, si trova in Calzedonia Holding (36.700 circa) e Almaviva al 63,2% (28.200 circa).
BANCHE E ASSICURAZIONI, PRIME INTESA E GENERALI
Non ci sono cambiamenti significativi nella classifica delle prime 20 banche italiane in base al totale attivo tangibile con Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) prima con 1.059,5 miliardi davanti a UniCredit (BIT:CRDI) (914,5 miliardi) e, a distanza più marcata, Cdp (412,9 miliardi).
Per quanto riguarda la qualità del credito, lo studio sottolinea che dopo il picco del 2015 (198 miliardi), a fine 2021 la massa dei crediti deteriorati netti degli istituti ammonta a 37 miliardi, in diminuzione del 24,8% rispetto al 2020 ovvero 12 miliardi in meno di cui metà relativa a sofferenze e il resto a inadempienze probabili.
Sul fronte delle compagnie di assicurazioni, Generali (BIT:GASI) mantiene il dominio assoluto della Top 10 dei gruppi per premi lordi che, grazie alla sua struttura multinazionale e al consolidamento integrale del gruppo Cattolica Assicurazioni nel 2021, ammontano a 74,3 miliardi, il 57% del totale realizzato dall'intero comparto. Seguono il gruppo Poste Vita (17,9 miliardi) e Unipol (BIT:UNPI) Gruppo (12,3 miliardi).
IMPRESE DINAMICHE
Infine, un cenno sulle cosiddette società "dinamiche" del quarto capitalismo italiano: aziende che nel 2021 hannorealizzato un incremento delle vendite pari almeno al 20% sul 2020 e al 40% sul 2019 e un'incidenza del risultato sul fatturato pari almeno al 4% negli esercizi 2019 e 2021.
Lo scorso anno sono state 26; di queste lo studio prende in esame le prime dieci, quelle con i migliori indicatori: Copan Italia; Technoprobe; Arturo Salice; Sicit Group; U-Power Group; Omer; Novabell–Ceramiche Italiane; Trafileria A. Mauri e Figli; la Regina di San Marzano di Antonio Romano e Immerfin.
(Giancarlo Navach, editing Gianluca Semeraro)