Di Sam Boughedda
La Federal Reserve non dovrebbe dare segnali sulle prossime mosse di politica monetaria viste l'incertezza sulle prospettive economiche. A dirlo è stato Lawrence Summers, ex Segretario al Tesoro del governo Clinton, in un'intervista a Wall Street Week di Bloomberg TV, nel quale ha aggiunto di non ritenere che sia giunto il momento di impegnarsi in rialzi dei tassi, in quanto "ci sono indicazioni di debolezza che abbiamo visto da diversi trimestri".
Tuttavia, l'ex economic advisor di Obama non esclude che ci sia la possibilità "di un rialzo dei tassi", dato che, nonostante il rallentamento degli ultimi mesi, l'inflazione è ancora elevata e superiore all'obiettivo del 2% fissato dalla Fed.
Secondo Bloomberg, Summers ha affermato che la Fed deve "mantenere la massima flessibilità in un'economia in cui le cose potrebbero andare in entrambi i sensi" e che sta "guidando il veicolo in una notte molto, molto nebbiosa".
Summers ha anche detto che l'ottimismo dei mercati finanziari è dovuto anche al fatto che le condizioni finanziarie si sono "spostate sostanzialmente verso l'allentamento negli ultimi mesi".
L'economista ritiene, inoltre che, a lungo termine, i tassi si assesteranno a un livello più alto rispetto a quello pre-pandemia. Secondo quanto riportato da Bloomberg, Summers vede "più spazio per l'inflazione per assestarsi un po' al di sopra del 2" e vede più spazio per "i tassi reali per assestarsi al di sopra dello 0,5 rispetto all'errore nella direzione opposta".
Secondo il Fed rate monitor di Investing.com, Gli operatori si aspettano un aumento dei tassi di 25 punti base per mercoledì ad un range compreso tra il 4,5% e il 4,75%, con un rallentamento del passo per il secondo vertice consecutivo. Stesse aspettative per il vertice di marzo, mentre è atteso uno stop sui tassi al meeting successivo con livello massimo dei fed funds al 5%.