MILANO (Reuters) - Fiat (MI:FCHA) Chrysler (Fca) rivede al rialzo i target 2018 e taglia in modo deciso quelli sul debito, grazie a migliorate previsioni dall'area Nafta.
Dal punto di vista strettamente finanziario bisogna anche considerare che nei primi tre mesi dell'anno saranno inoltre rimossi i vincoli che tengono la liquidità di Chrysler, consentendo risparmi sul fronte della gestione del passivo.
Per i prossimi anni Fca punta quindi sulla possibilità di raggiungere negli Stati Uniti i margini dei concorrenti, General Motors (N:GM) e Ford e risparmiare costi finanziari grazie alla disponibilità della liquidità di Chrysler, alla quale attualmente è vietato distribuire cash a causa degli accordi con i finanziatori.
Rispetto al precedente piano i margini Nafta 2018 salgono infatti al 9 dal 6-7% (esclusa Ferrari (MI:RACE)), quelli Latam calano a oltre 7% dal 10%, Emea sale timidamente al 4% dal 2-3%, Apac è stabile al 10%, ma con volumi che si prevedono contenuti.
Le azioni Fca dopo la fiammata al rialzo sulla diffusione dei dati 2015 migliori delle attese, hanno perso terreno sulle prospettive caute per il 2016. Con la presentazione del piano sono risalite dai minimi per trattare in linea con il mercato.
Il titolo ha chiuso in calo dello 0,86% a 6,95 euro, con scambi a 44,3 milioni, da una media dei trenta giorni a 18,1 milioni. Lo Stoxx di settore ha segnato +0,6%, il mercato italiano -0,4%.
Il 2015 si è rivelato migliore delle previsioni e ha visto ancora una volta gli Usa come protagonisti.
In termini di Ebit adjusted l'area Nafta, nel 2015, ha prodotto 4,45 miliardi di euro, più del doppio rispetto al 2014; l'area Emea 213 milioni; saldo positivo ad appena 52 milioni per Apac; mentre l'America Latina perde 87 milioni.
Il trimestre rivela una dinamica simile, con però un saldo positivo per l'America Latina (29 milioni) e un rafforzamento in Emea (111 milioni).
A livello di gruppo Fca supera agevolmente il target 2015 sull'Ebit adjusted a 4,8 miliardi e quello sul debito netto industriale a 6,6-7,1 miliardi. I ricavi erano attesi a 110 miliardi e l'utile netto adjusted a 1,2 miliardi.
L'anno si è chiuso infatti con ricavi netti a 113,2 miliardi, Ebit adjusted a 5,3 miliardi, utile netto adjusted a 2 miliardi e debito industriale netto a 5 miliardi.
Nel 2016 il gruppo punta a ricavi netti a oltre 110 miliardi da 111 miliardi dei risultati pro forma 2015, che escludono Ferrari; Ebit adjusted a oltre 5 miliardi da 4,8 miliardi del 2015 pro forma; utile netto adjusted a oltre 1,9 miliardi da 1,7 miliardi, debito netto industriale sotto i 5 miliardi da 5 miliardi del 2015.
Il 2018 si dovrebbe chiudere, secondo il piano, con ricavi a 136 miliardi (da 129 miliardi del piano precedente, esclusa Ferrari), Ebit adjusted a 8,7-9,8 miliardi (8,3-9,4), utile netto a 4,7-5,5 miliardi (4,5-5,3) e un saldo positivo in termini di posizione finanziaria netta industriale pari a 4-5 miliardi (1,9-2,4).
Il gruppo vede Capex a 9,5-10 miliardi nel 2017 e nel 2018, non lontano dai 8,5-9 miliardi del 2016.
Il comunicato non fa cenno a una possibile distribuzione di un dividendo sui risultati 2015.
(Stefano Rebaudo)