Investing.com - Il minerario anglo-australiano Rio Tinto Ltd (ASX:RIO) ha registrato un utile sottostante più debole per il 2023, a causa del calo dei prezzi del minerale di ferro e della domanda, anche se la cifra è rimasta leggermente superiore alle aspettative grazie a una produzione più forte.
L’utile sottostante di Rio Tinto - che esclude le voci speciali - è sceso di circa il 12% a 11,8 miliardi di dollari nell’esercizio conclusosi il 31 dicembre, risultando leggermente superiore alle stime di Bloomberg di 11,66 miliardi di dollari.
Il minatore ha dichiarato un dividendo finale di 4,2 dollari per azione, portando il dividendo per l’intero anno a 7,1 dollari, in calo rispetto agli 8,0 dollari per azione del 2022.
Il fatturato consolidato di Rio per il 2023 è stato di 54,04 miliardi di dollari, in leggero calo rispetto ai 55,55 miliardi di dollari di un anno fa. Il calo è stato determinato in gran parte dai prezzi più bassi delle materie prime e dall’indebolimento della domanda in Cina, il principale importatore mondiale di minerale di ferro alle prese con la lenta ripresa post-COVID.
Le spedizioni annuali di minerale di ferro di Rio Tinto sono comunque aumentate del 2%, raggiungendo le 331,8 tonnellate metriche nel 2023, il che ha in qualche modo contribuito a compensare l’indebolimento dei prezzi di vendita. Tuttavia, l’azienda ha registrato un aumento dei costi a causa dell’incremento della produzione, mentre i margini complessivi sono diminuiti.
L’azienda ha previsto un leggero aumento dei costi unitari in contanti del minerale di ferro nelle sue operazioni di punta di Pilbara, tra i 21,75 e i 23,50 dollari per tonnellata, rispetto ai costi del 2023 di 21,5 dollari per tonnellata.
Il minerario ha dichiarato che nei prossimi anni prevede di spendere circa 1 miliardo di dollari all’anno per le attività di chiusura avanzata di diverse miniere australiane in fase di invecchiamento, che saranno probabilmente trattate come voci una tantum.