Investing.com - Ancora in calo i titoli di Piazza Affari legati al greggio, trascinati dalla flessione dei prezzi del petrolio.
Il WTI scende sotto quota 52 dollari, seguito dal Brent scambiato a 61,33 dollari al barile. A Milano flessioni simili per Tenaris (MI:TENR) (-1,34%), Saipem (MI:SPMI), Saras (MI:SRS) e Eni (MI:ENI), mentre in Europa calano BP (LON:BP), Royal Dutch Shell (LON:RDSa) e Total (PA:TOTF).
Si ferma, dunque, la breve corsa del petrolio dopo l’attacco alle petroliere in Oman dei giorni scorsi. “L’unica cosa ad essere schizzata dall’incidente di giovedì nel Golfo di Oman sono stati i costi assicurativi per le petroliere”, spiega Barani Krishnan, analista di Investing.com. “S&P Global Platts riporta che vene chiesto fino allo 0,4% del valore del carico per le spedizioni di greggio ora, rispetto al massimo precedente dello 0,02%. Quanto di tutto questo verrà messo in conto nei prezzi del greggio resta da vedere”, aggiunge Krishann.
Il calo dei prezzi viene spiegato dalle deboli prospettive sulla crescita della domanda di greggio fornite dall’International Energy Agengy (IEA) per l’anno 2019.
Il peggioramento delle condizioni del commercio globale hanno spinto l’IEA a ridurre al ribasso le previsioni fino di 100 mila barili, scendendo così la domanda a 1,2 milioni di barili al giorno (bpd). Un miglioramento, aggiunge l’agenzia, potrebbe arrivare nel 2020, grazie ad alcune misure di stimolo e alla crescita dei Paesi in via di sviluppo.
Ad attirare le vendite sono state anche le parole del Ministro per l’Energi saudita Khalid al-Falih arrivate nel fine settimane. Secondo al-Falih, il mondo sarebbe “saturo di greggio”, esprimendo preoccupazione per le interruzioni delle forniture e per gli atti di terrorismo.
“Sono fiducioso che, in fin dei conti, la comunità internazionale si riunirà per fare la cosa giusta e la sicurezza delle scorte proseguirà”, ha aggiunto al-Falih.