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INTERVISTA - Gualtieri (Pd): Venete e Mps, da Eurostat nessuna rigidità su Italia

Pubblicato 04.04.2018, 15:36
Aggiornato 04.04.2018, 15:40
© Reuters.  INTERVISTA - Gualtieri (Pd): Venete e Mps, da Eurostat nessuna rigidità su Italia
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ROMA (Reuters) - L'aumento di deficit e debito del 2017, ufficializzato questa mattina da Istat d'intesa con Eurostat, non indica un approccio più rigido di Bruxelles nei confronti dell'Italia, secondo Roberto Gualtieri, europarlamentare PD e presidente della Commissione per i problemi economici e monetari al Parlamento Europeo.

Istat ha rivisto al rialzo di oltre 6,3 miliardi l'indebitamento netto e di circa 7 miliardi il debito pubblico includendo nei saldi gli oneri legati al salvataggio di Veneto banca, Popolare Vicenza e Mps (MI:BMPS).

Sempre Eurostat, qualche settimana prima, aveva indotto il Tesoro ad accantonare una operazione di cessione di partecipazioni di Eni (MI:ENI) ed Enav (MI:ENAV) alla Cdp, che avrebbe contribuito a tagliare un po' il debito, si ipotizzava di 3 miliardi.

C'è un nesso tra le due cose? E' un segnale che da Bruxelles arrivi un segnale di maggiore rigidità per le possibilità di manovra del bilancio dell'Italia?

"Non c'è nessun inasprimento da parte di Eurostat", risponde a Reuters Roberto Gualtieri.

"Si tratta di effetti one-off sul nominale che non hanno impatto sul deficit strutturale, che è quello che conta a Bruxelles".

Sulla questione delle garanzie statali per le banche venete, secondo l'europarlamentare PD Eurostat si è limitata a calcolare come aggravio per la finanza pubblica il netto di quelle misure non il lordo. "Mi sembra, tra le varie opzioni possibili da un punto di vista statistico, un approccio relativamente morbido".

Secondo Gualtieri, quello che alla fine emerge è che "il governo a guida PD ha lasciato i conti in ordine, anche facendo politiche di crescita e solidarietà, e risolvendo alcune crisi bancarie. Sarebbe bene che il prossimo governo non dissipi questi risultati".

Oggi sono iniziate le consultazioni e domani saliranno dal presidente della Repubblica i partiti maggiori, ma la sensazione generale è che non sarà un percorso breve. Nel frattempo il governo uscente ha l'appuntamento con il Def.

"Non c'è nessun obbligo dal punto di vista europeo di fare il Def, c'è solo una riga nel code of conduct. La mia personale opinione è che sia possibile aspettare che si formi il nuovo governo e nel frattempo che ci si limiti a inviare a Bruxelles una lettera con il tendenziale e senza necessità di risoluzione parlamentare", dice Gualtieri, ricordando che ad esempio la Spagna non ha ancora presentato, non il Def, ma proprio il bilancio 2018, che andava fatto nel 2017.

(Stefano Bernabei)

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