Di Alessandro Albano
Investing.com - Eliminazione dalla Champions League e titolo a picco. E' un post-match da incubo quello della Juventus (MI:JUVE) che, dopo aver perso 3-0 agli ottavi contro il Villareal, sta cedendo a Piazza Affari circa il 9% ad euro 0,31, ai minimi dal 2017 e non con lontanissimo dai 0,11 euro visti ad inizio 2012 dopo il frazionamento azionario.
Con la maledizione Champions che continua a seguire il club bianconero, la capitalizzazione di mercato della società è scesa abbondantemente sotto gli 800 milioni di euro, creando qualche preoccupazione per gli effetti sul bilancio, per altro già caratterizzato da un'ampia perdita netta e prestiti da rimborsare.
La precoce eliminazione dalla massima competizione europea ha negato alla società 15 milioni di ricavi derivanti dal passaggio del turno, chiudendo la campagna con un ritorno economico di 84 milioni dovuti ai premi Uefa e agli incassi delle partite giocate all'Allianz (DE:ALVG) Stadium
Un cammino più lungo in Europa avrebbe sicuramente aiutato il club degli Agnelli a recuperare parte della perdita netta che a fine esercizio 2021 è ammontata a circa 210 milioni (con plusvalenze) rispetto ai 190 milioni previsti da Exor (MI:EXOR) e dai -89,7 milioni dell’esercizio precedente.
Rosso che, a fine agosto 2021, ha costretto la società a chieder l'aiuto degli azionisti approvando un aumento di capite da 400 milioni per "far fronte ai rilevanti impatti economici e patrimoniali della pandemia" e "raggiungere gli obiettivi strategici (confermati) del piano di sviluppo al 2024".
Con un impatto Covid stimato dallo stessa società in circa 300 milioni, il club ha già spiegato al mercato che l'esercizio corrente (2021/22) si chiuderà in "perdita significativa", mentre le finanze del gruppo sono attese "in sensibile miglioramento dall’esercizio 2022/2023".
Il quadro si complica se si considera che parte del bilancio è stato 'gonfiato' da plusvalenze fittizie che hanno portato la Procura di Torino ad aprire un'inchiesta nella quale sono indagati il presidente Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved, l’ex direttore sportivo Fabio Paratici (ora al Tottenham), oltre a tre dirigenti ex manager dell’area finanza.
Secondo le autorità giudiziarie, che stanno indagando anche su altri club di Serie A, sono circa 282 i milioni che fanno riferimento ad operazioni sospette con "valori fraudolentemente maggiorati". Al vaglio degli inquirenti ci sono ben 42 operazioni di mercato (tra cui lo scambio Pjanic-Arthur) che avrebbero coperto importanti perdite finanziarie: 39 milioni invece di 171 milioni nel 2019, 89 milioni anziché 209 milioni nel 2020 e circa 210 milioni al posto di 240 milioni nell'esercizio scorso.
Dall'inizio della sua avventura in Borsa nel 2002, il titolo della 'vecchia signora' ha perso oltre il 73%, con la maggior parte della valutazione 'bruciata' dopo i massimi storici toccati nell'aprile 2019.