Di Alessandro Albano
Investing.com - La scorsa settimana Alibaba (NYSE:BABA) ha annunciato il passaggio a holding, con la trasformazione di sei business unit in società. Leggi anche: Alibaba si fa in 4... anzi, in 6
L’obiettivo, come annunciato dal Ceo Zhang, è quello di “far emergere il valore per gli azionisti e diventare più competitivi sul mercato”, al fine di “cogliere le opportunità e stimolare la crescita”.
Ciascuna delle sei nuove società potrà raccogliere fondi e quotarsi sul mercato, e non sono escluse cessioni di asset strategici come confermato dallo stesso Ceo.
Ecco le nuove società in cui verrà suddivisa Alibaba:
- Cloud Intelligence Group – guidato dal presidente e CEO Daniel Zhang, con un focus sull'importanza del cloud e dell'AI.
- Taobao/Tmall Commerce Group - Taobao (C2C) e Tmall (B2C) sono le due piattaforme di e-commerce cinesi di Alibaba che servono rispettivamente i clienti retail e business.
- Local Services Group – rappresentato principalmente da Ele.me, il servizio di food delivery di Alibaba.
- Cainiao Smart Logistics - Cainiao è l'unità di Alibaba dedicata alle consegne, che era stata tenuta separata a causa della natura a basso margine dell'attività, ma che alla fine è stata integrata nell'azienda.
- Global Digital Commerce Group - Unità di e-commerce al di fuori della Cina, che include Lazada, che si concentra sul sud-est asiatico, Trendyol, con sede in Turchia, Alibaba.com, con focus sul B2B, e AliExpress, che si rivolge a consumatori internazionali.
- Digital Media and Entertainment Group - Gli sforzi di Alibaba per raccogliere più pubblico sulla sua piattaforma hanno portato a iniziative come la società di video online Youku, acquistata nel 2016, e lo studio cinematografico Alibaba Pictures, che ha prodotto uno dei film di Mission Impossible. Nel corso degli anni l'unità sta cercando di diventare profittevole.
Come ricorda Brendan Ahern, Chief Investment Officer di KraneShares in una nota, "Alibaba (HK:9988) si è quotata di nuovo a Hong Kong nel novembre 2019 a seguito della guerra dei dazi che ha pesato sul titolo quotato a New York, nonostante i ricavi fossero aumentati a 56 miliardi di dollari (376 miliardi di RMB) per l'anno fiscale conclusosi il 31 marzo 2019 rispetto ai 37 miliardi di dollari (250 miliardi di RMB) del 2018 e ai 23 miliardi di dollari (158 miliardi di RMB) del 2017".
Dopo l'annuncio della quotazione a Hong Kong, Alibaba è salita del 68%, ma il recente contesto geopolitico ha penalizzato nuovamente il titolo, nonostante le entrate siano aumentate da 73 miliardi di dollari nel 2020 a 105 miliardi di dollari nel 2021 e 132 miliardi di dollari nel 2022, ricorda ancora l'esperto.
Secondo il Cio, il management sta fornendo agli investitori "un catalizzatore chiave per indurli a possedere azioni". "Il target price degli analisti - aggiunge - si basa su un'analisi della somma delle parti, con un obiettivo di prezzo a dodici mesi di 142 dollari rispetto alla chiusura di ieri di 86 dollari (un rialzo del 65%)".
"In altre parole, Alibaba sta dicendo agli investitori che la loro valutazione dell’azienda non è corretta, poiché guidata dalla geopolitica, invece che dai fondamentali. Questa mossa, che punta a creare valore per gli azionisti, si contrappone a quella dei competitor, che sembrano concentrarsi su strategie di riduzione dei prezzi. Un plauso ai dirigenti di Alibaba per aver pensato fuori dagli schemi, e, a loro merito, non è la prima volta", sottolinea infine Brendan Ahern.