L'indice Sensex ha registrato la sua sesta sessione consecutiva di ribasso, culminata in un calo del 5% dal 17 ottobre, attestandosi a 63.148,15. Questa tendenza al ribasso è attribuita alle crescenti tensioni in Medio Oriente, a un diffuso selloff, all'andamento fiacco del mercato globale e alle perdite nei titoli del settore automobilistico, finanziario ed energetico.
Anche il Nifty50 ha subito un forte calo, scendendo di quasi 1.000 punti in sei sedute per chiudere a 18.857,25 punti. Shrikant Chouhan di Kotak Securities suggerisce che questo sentimento di debolezza continuerà probabilmente fino a quando l'indice non supererà la soglia dei 19.000 punti.
Gli investitori istituzionali stranieri (FII) hanno contribuito a questa tendenza al ribasso con nuove vendite. Tra le perdite più significative del Sensex ci sono Mahindra & Mahindra e Bajaj Finserv, oltre a Asian Paints, HDFC Bank, Tata Motors e Larsen & Toubro. D'altro canto, Axis Bank, ITC, HCL Technologies, NTPC e IndusInd Bank sono riuscite a guadagnare terreno nonostante il calo generale.
Il calo si è riflesso a livello globale: i mercati di Seoul, Tokyo e Hong Kong hanno registrato perdite significative. Anche i mercati europei hanno seguito l'esempio. Oltre alle perdite dei mercati azionari, il prezzo del Brent è sceso a 89,54 dollari al barile.
In linea con queste tendenze globali, anche i mercati statunitensi hanno chiuso in negativo mercoledì. La continua debolezza di questi mercati sottolinea il più ampio impatto delle tensioni geopolitiche e dell'incertezza economica sul sentimento degli investitori a livello mondiale.
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