(Reuters) - Michelin (EPA:MICP) prevede di cedere le sue attività russe a una nuova entità a gestione locale entro la fine dell'anno, mentre la concorrente Nokian Tyres ha detto di voler abbandonare il Paese.
Sono i primi produttore di pneumatici occidentali a rinunciare a operare in Russia.
L'azienda francese, che ha in Russia concorrenti come Pirelli (BIT:PIRC) e la tedesca Continental, ha detto che è ormai impossibile riprendere la produzione a causa di problemi alla catena di approvvigionamento dovuti alle sanzioni contro Mosca.
Le aziende straniere che cercano di uscire dalla Russia a causa della guerra in Ucraina devono anche affrontare la prospettiva che nelle prossime settimane venga approvata una nuova legge che consentirebbe a Mosca di sequestrare i loro beni e intraprendere azioni penali nei loro confronti.
Questo ha incoraggiato alcune aziende ad accelerare la loro partenza.
Anche Diageo (LON:DGE), il più grande produttore di alcolici al mondo, e le finlandesi Kone e Ponsse hanno annunciato oggi di voler lasciare la Russia.
Primo produttore occidentale di pneumatici a entrare in Russia nel 2004, Michelin ha sospeso le proprie attività nel paese a metà marzo, a causa delle difficoltà della catena di approvvigionamento dopo l'invasione dell'Ucraina e delle conseguenti sanzioni contro Mosca.
"È tecnicamente impossibile riprendere la produzione, soprattutto a causa di problemi di approvvigionamento, in un contesto di incertezza generale", ha detto Michelin, che produce pneumatici per auto, aerei e camion.
Più tardi nel corso della giornata, Nokian ha annunciato piani per una "uscita controllata" dalla Russia, sede del suo maggiore impianto di produzione.
L'azienda ha detto che valuterà diverse opzioni e dovrà far fronte a una svalutazione di circa 300 milioni di euro nel secondo trimestre. In Russia, Nokian ha oltre 1.600 dipendenti.
L'industria degli pneumatici è stata duramente colpita dalle sanzioni occidentali contro la Russia, che hanno interrotto le forniture di materie prime essenziali e chiuso le fabbriche che rifornivano i clienti al di fuori della Russia.
(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Claudia Cristoferi)