Con un significativo passo avanti verso la responsabilità aziendale e l'inclusività, due delle maggiori banche canadesi, Royal Bank of Canada (RBC) e Bank of Montreal (BMO), si sono impegnate a intraprendere verifiche sull'equità razziale. Questa decisione arriva dopo aver affrontato le pressioni degli azionisti per affrontare le barriere sistemiche che colpiscono le comunità emarginate.
Durante l'assemblea generale annuale di venerdì, il portavoce di RBC Jeff Lanthier ha annunciato che la banca condurrà due audit di terzi volti a migliorare le proprie pratiche. Il primo audit, previsto per il 2024, esaminerà le pratiche di impiego per identificare eventuali pregiudizi o barriere che possono colpire i neri, gli indigeni e altri gruppi razziali all'interno dell'azienda. Il secondo audit, previsto per il 2025, esaminerà in modo più ampio le pratiche commerciali della banca per garantire che non danneggino in modo sproporzionato le popolazioni indigene e le comunità di colore.
Lanthier ha sottolineato l'impegno di RBC nello smantellare gli ostacoli sistemici che impediscono il progresso dei gruppi emarginati. L'iniziativa della banca risponde a una risoluzione presentata dall'Associazione degli azionisti per la ricerca e l'istruzione (SHARE) e dal Sindacato generale dei dipendenti della British Columbia, con l'obiettivo di correggere le pratiche dannose.
Allo stesso modo, BMO ha confermato l'intenzione di condurre un audit incentrato sull'equità razziale. La conferma è arrivata dopo che una risoluzione ha ricevuto un significativo sostegno da parte degli azionisti, con il 37% di favorevoli. L'audit di BMO riguarderà anche le pratiche che hanno un impatto negativo sulle popolazioni indigene e sulle comunità di colore.
Questi annunci segnano un passo avanti negli sforzi del settore finanziario canadese per promuovere la diversità e l'inclusività. Sia RBC che BMO stanno adottando misure proattive per garantire che le loro operazioni siano giuste ed eque per tutti gli stakeholder, riflettendo una tendenza crescente nella governance aziendale in cui l'attivismo degli azionisti spinge a cambiamenti sostanziali.
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