Di Alessandro Albano
Investing.com - Le scorse settimane sono state caratterizzate da un cambio di narrativa sui mercati finanziari: dai timori per un'inflazione eccessiva a quelli per una recessione economica. Banchieri centrali, celebri investitori e analisti si stanno interrogando su come il ciclo di inasprimento monetario potrà impattare il ciclo economico, e se si riuscirà a normalizzare le condizioni del credito assicurando il cosiddetto "soft-landing".
In una ricerca, l'Head of Cross Asset Solutions di Cirdan Capital, Marco Oprandi, scrive che sebbene vi sia una buona probabilità che la recessione alla fine accada, "riteniamo sia rilevante definire le tre principali tipologie di fattispecie e il loro impatto sull’economia reale e finanziaria: la recessione strutturale, la “event-driven e la ciclica".
La prima, deriva da una crisi di stampo-economico finanziario globale, spiega Oprandi nell'analisi, che porta il mercato "a registrare forti ribassi fino al -60% in circa sei-dodici mesi, con almeno cinque anni per la ripresa". Un esempio è la crisi finanziaria del 2008.
La recessione chiamata “event-driven” è influenzata da eventi "tipicamente esogeni", come ad esempio la pandemia dettata dal virus COVID-19, dove il mercato mostra ribassi "per circa -30% in pochi giorni, con un periodo stimato di ripresa di circa un anno".
Infine, la recessione ciclica è il risultato del ciclo economico-finanziario. "Quest’ultima manifesterebbe dei ribassi per un periodo di un anno, totalizzando circa -30%, con una successiva ripresa di circa due anni", specifica il manager di CC.
La prima metà del 2022, viene ricordato nella nota, è stata caratterizzata da un mercato prevalentemente ribassista, che lascia spazio "ad una potenziale recessione". Tuttavia, la boutique finanziaria indipendente ritiene che la probabilità che si verifichi una recessione nei prossimi 12 e 24 mesi "sia rispettivamente del 30% e del 50%", e che le attuali prospettive di recessione "siano di natura ciclica, in quanto dettate dalle aggressive politiche attuate dalle principali banche centrali volte ad incrementare i tassi di interesse".
In questo panorama, CC predilige i titoli del settore bancario che beneficiano del corrente aumento dei tassi, mentre, considerando i forti ribassi per il settore energetico, "stimiamo che i titoli energetici siano scontati rispetto al loro valore e potenziale".
"Una categoria di azioni che vediamo come interessante in questo periodo di incremento dei tassi di interesse sono quelle con short duration", aggiunge Oprandi, "le quali sono solite generare una buona parte dei cash-flows nel breve termine, rendendole più competitive rispetto agli asset risk-free, come i treasury bond".