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Tassi Fed: bond ed azioni non parlano la stessa lingua, i Treasury seguono Powell

Pubblicato 13.02.2023, 09:46
© Reuters

Di Alessandro Albano 

Investing.com - Continua ad aumentare il rendimento del titolo a 2 anni negli Stati Uniti, con lo spread sul decennale a circa -80 punti base indicando una profonda inversione della curva dei rendimenti, percepita come il sintomo di una recessione nell'arco dei 12-18 mesi. 

Il biennale è generalmente il più sensibile al movimento dei tassi Fed e un loro costante aumento nelle ultime sedute indica come gli investitori obbligazionari stiano dando credito alle parole del presidente Fed Jerome Powell ed altri governatori federali. 

Nell'ultimo intervento il presidente Fed ha fatto capire che i tassi devono rimanere in territorio restrittivo per un periodo più lungo di tempo per riportare l'inflazione verso il 2% vista la forza del mercato del lavoro americano che a gennaio ha registrato un aumento oltre le attese di 517 mila buste paga private. 

"I banchieri centrali, in particolare quelli della Fed, hanno sottolineato con forza la cautela sulle aspettative dei tassi di interesse. E questo ha chiaramente avuto un impatto dopo il bollente rapporto sui posti di lavoro di giovedì scorso. I mercati ora prevedono altri due rialzi da parte della Fed", hanno scritto dal broker londinese Oanda. 

Secondo il Fed rate monitor di Investing.com, i derivati prezzano con maggiore probabilità tassi Fed ad un picco del 5,75% alla fine del 2023, e nessun taglio come invece previsto dopo l'ultima lettura dell'inflazione Usa. 

L'avvertimento che arriva dal mondo dei bond non si sta ancora riflettendo sulle equity, con lo S&P 500 in rialzo del 7% da inizio anno in scia all'ottimismo di un'inversione repentina dei prezzi al consumo e ad un conseguente risposta dovish da parte delle banche centrali. 

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"I rendimenti dei Treasury a due anni sono ai livelli più alti da novembre, ma questo non si è ancora riflesso pienamente nella performance dell'indice S&P 500. Il dato è un avvertimento per le azioni statunitensi, che potrebbero dover adeguarsi a un range di trading più basso. Si tratta di un avvertimento per le azioni statunitensi che potrebbero doversi adattare a un trading range più basso", scrive in una newsletter Mark Cranfield, strategist di Bloomberg News. 

"I recenti interventi da falco della Federal Reserve lasciano presagire che al FOMC di marzo verrà annunciati dot plot mediani più alti", aggiunge.  

Secondo l'esperto, questo potrebbe spegnere un po' dell'ottimismo di inizio anno che si è visto nei mercati azionari. "I Treasury sembrano aver capito che Jerome Powell fa sul serio quando dice che i tassi devono rimanere restrittivi per un periodo prolungato. Questo vento contrario deve ancora essere prezzato nell'azionario".

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