Di Mauro Speranza
Investing.com – Vendita di TikTok ancora al centro delle tensioni tra Stati Uniti e Cina, dopo l’obbligo di vendita delle sue attività negli USA decisa dal Presidente Donald Trump lo scorso 6 agosto, tra le cause anche delle dimissioni di Kevin Mayer dai ruoli di Ceo di TikTok e COO di ByteDance.
Questa volta è la Cina a muoversi aggiungendo ByteDance alla lista delle società tecnologiche sulle quali è obbligatorio il parere del governo in caso di vendita.
In particolare, l’elenco include società con tecnologie di intelligenza artificiale come il riconoscimento automatico di testi e voci, l'analisi dei dati per il suggerimento di contenuti personalizzati.
Le motivazioni alla base della decisione cinese sono le stesse che avevano portato Trump all’obbligo della vendita: salvaguardare la propria sicurezza nazionale, scrive Bloomberg.
Si tratta della prima modifica all'elenco in dodici anni e, con l'aggiunta di 23 oggetti, secondo gli addetti ai lavori coinvolge in pieno le attività dell'applicazione. Per avere l'approvazione all'esportazione di queste tecnologie, potrebbero servire anche 30 giorni.
“Come impresa innovativa in rapida crescita, ByteDance ha molte tecnologie all'avanguardia nell'intelligenza artificiale e in altri campi, e alcune di queste potrebbero essere state coperte da queste norme in Cina”, dichiarava all'agenzia 'Xinhua' in un'intervista l'esperto e docente universitario di Pechino, Cui Fan.
“Per questo”, aggiungeva Cui Fan, “ByteDance deve studiare attentamente le norme e considerare seriamente e con attenzione se serva sospendere i negoziati di vendita per poi valutare la situazione e le leggi e intraprendere azioni future in modo corretto”.
Tra le società interessate all’acquisto degli asset americani di ByteDance ci sono Oracle, Microsoft (NASDAQ:MSFT) insieme a Walmart, mentre la valutazione ipotizzata si aggira intorno ai 23-30 miliardi di dollari.
“Anche se siamo in forte disaccordo con le preoccupazioni dell'amministrazione, per quasi un anno abbiamo cercato di impegnarci in buona fede per fornire una soluzione costruttiva”, raccontava Josh Gartner, portavoce di TikTok.
“Invece abbiamo riscontrato una mancanza di giusto processo mentre l'amministrazione non ha prestato alcuna attenzione ai fatti e ha tentato di inserirsi in negoziati tra imprese private”.