Investing.com - Con mercato azionario ed obbligazionario che seguono un andamento parallelo, è sempre più difficile per gli investitori riuscire le giuste occasione sul mercato e sfruttare il riprezzamento di diversi asset.
Bond, attenzione alla duration
"Il sell-off dei titoli obbligazionari è alimentato da una retorica più aggressiva da parte delle banche centrali, da un mercato del lavoro USA robusto e dal persistere di rischi al rialzo sull'inflazione. I mercati obbligazionari si aspettano ora una politica più restrittiva da parte della Fed, con diversi aumenti dei tassi di 50 punti base nelle prossime riunioni del FOMC; anche la riduzione del suo bilancio, potrebbe aggiungere pressione", scrive in una nota Norman Villamin, Chief Investment Officer (Wealth Management) di Union Bancaire Privée.
Dopo l'aumento dal 2% a quasi il 3% negli ultimi mesi, secondo il CIO i rendimenti dei titoli USA a 10 anni potrebbero oscillare "tra il 3% e il 3,5% nei prossimi trimestri sotto la spinta dell’irrigidimento aggressivo della Fed, delle aspettative di inflazione non consolidate e delle nuove pressioni dovute al rifinanziamento dei Treasury proprio nel momento in cui la Fed riduce i suoi acquisti".
Anche in Europa i rendimenti soffrono pressioni al rialzo vista "l'agenda sui tassi di riferimento suggerita dalle comunicazioni della BCE". Le aspettative di inflazione tedesche hanno raggiunto nuovi massimi, il che suggerisce pressioni "affinché la BCE agisca al più presto, mentre la politica di bilancio europea dovrebbe sostenere l'attività economica nell’affrontare lo shock energetico e l'impatto del conflitto tra Russia e Ucraina".
In questo contesto, secondo il manager di UBP "l'allocazione obbligazionaria rimane sottopesata sui titoli di Stato, con una duration ancora breve".
Cautela su azionario
Sul fronte azionario, le preoccupazioni sulla crescita continuano ad aumentare insieme ai timori che le banche centrali non riusciranno a realizzare un "atterraggio morbido" per l'economia.
"La maggior parte delle società ha annunciato utili per il 1° trimestre superiori alle aspettative del consenso, ma molte di esse si sono mostrate più caute rispetto all'inizio dell'anno, visto l'aumento delle incertezze, in particolare quelle legate ai lockdown in Cina e al potenziale impatto della guerra in Ucraina", aggiunge Norman Villamin.
"Le stime di crescita degli utili per il trimestre in corso (Q2) sono rimaste stabili intorno al 6-7% (rispetto al 5% di inizio anno) e al 9% e 10% rispettivamente per il 2022 e il 2023. In Europa, nell'ultimo mese il tasso di crescita previsto per il 2° trimestre è salito addirittura di 5 punti percentuali al 14%, grazie ai settori legati alle materie prime. Quest'anno il consenso prevede una crescita degli utili dell'11%".
Visto il conteso, la banca privata con sede a Ginevra resta "cauti sull'azionario, soprattutto perché le valutazioni attuali non tengono conto di un potenziale scenario di recessione in Europa". Negli Stati Uniti, invece, "un ulteriore aumento dei rendimenti obbligazionari potrebbe pesare sui multipli di valutazione".
In questo contesto, conclude il direttore degli investimenti di UBP, "vogliamo concentrarci sulle società con bilanci solidi, che offrono un'elevata visibilità sugli utili e solidi rendimenti da dividendi. Inoltre, manteniamo le strategie asimmetriche che abbiamo implementato attraverso opzioni e prodotti strutturati nei portafogli".