di Philip Blenkinsop
BRUXELLES (Reuters) - L'Unione europea ha rafforzato le norme sull'esportazione di vaccini contro il Covid-19, introducendo un chiaro diritto per bloccare le spedizioni a paesi come il Regno Unito, con tassi di vaccinazione più alti e che non esportano le proprie dosi.
La mossa rischia di alimentare le tensioni post-Brexit con Londra, che ha avvertito Bruxelles di evitare il "nazionalismo vaccinale".
Dombrovskis, commissario Ue al Commercio, ha detto durante una conferenza stampa che il meccanismo d'autorizzazione all'esportazione non prende di mira specificamente alcun paese.
La Commissione europea ha avanzato una proposta che amplia le attuali misure previste per assicurare che le esportazioni previste dalle case farmaceutiche non minaccino la già limitata fornitura del blocco.
La concessione di licenze d'esportazione si baserà su principi di reciprocità e "proporzionalità" - la situazione epidemiologica, il tasso di vaccinazione e l'accesso ai vaccini per il paese di destinazione.
Secondo i funzionari Ue, le restrizioni alle esportazioni potrebbero anche entrare in vigore se le società farmaceutiche rispetteranno i contratti trimestrali, ma non gli ordini arretrati, entro la fine del periodo.
Dombrovskis ha aggiunto che le nuove norme non creano un algoritmo dettagliato sulle autorizzazioni, e le richieste saranno considerate caso per caso.
Lo schema espanderà anche la rete Ue per includere 17 paesi confinanti, tra cui Israele, Norvegia e Svizzera. Le esportazioni verso questi paesi ora richiederanno un'autorizzazione, laddove precedentemente esonerate.
Si prevede che la proposta diventerà un argomento centrale nel summit online di domani tra i leader Ue, i cui paesi sono alle prese con una terza ondata di contagi che ha innescato lockdown più severi, mentre la distribuzione dei vaccini resta lenta.
Stella Kyriakides, commissario Ue alla Sanità, ha definito la situazione in molti paesi "allarmante", con contagi crescenti in 19 stati membri e con i morti in aumento in otto nazioni.
Anche se Francia, Germania e Italia hanno appoggiato generalmente l'imposizione di limiti più severi sulle esportazioni per i paesi che non mostreranno reciprocità, stati come l'Olanda, il Belgio e l'Irlanda sono più cauti all'idea di escludere il Regno Unito dalle esportazioni.