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Unicredit: maggioranza detenuta da stranieri per seconda banca italiana

Pubblicato 02.09.2019, 12:41
Aggiornato 02.09.2019, 12:44
© Reuters.

Di Mauro Speranza

Investing.com - La seconda banca italiana dopo Intesa Sanpaolo (MI:ISP), ovvero Unicredit (MI:CRDI), è detenuta in maggioranza da investitori istituzionali stranieri, i quali possiedono il 65% delle azioni. A scriverlo è un’analisi di Vittorio Da Rold su Business Insider.

Nel dettaglio, gli istituzionali provengono principalmente (51%) dagli Stati Uniti, seguiti dal Regno Unito (23%), Europa (18%), mentre solo 4% sono italiani.

A questo si aggiunge un’altra quota del 10,4% del capitale azionario detenuta dai fondi sovrani, tra cui Aabar (sede Lussemburgo) con il 4,986% e partecipato dal fondo Abu Dhabi Investment Authority (Adia).

Se la storia di Unicredit (MI:CRDI) vede diversi raggruppamenti di diversi istituti finanziari italiani, l’ultima nel 2003, dopo il maxi aumento di capitale da 13 miliardi, dunque, di capitale di proprietà italiana ne resta poco.

Per quanto riguarda il capitale di proprietà Retail, questo si ferma al 13,17%, rappresentando meno della metà di quanto detenevano a fine novembre 2016 (28,8%). Ancora minore la percentuale detenuta dalle Fondazioni, con solo il 5,20%.

Il titolo e i target price

La media dei target price a 3 mesi degli istituti viene segnalata a 14,654 euro, a 6 mesi sale a 15,375 mentre a 18 mesi è vista in crescita fino a 16,033.

“Tutti e tre valori sono più elevati di oltre il 30% dai prezzi attuali”, evidenziano gli analisti di Sos Trader. “E’ chiaro però, che l’andamento dei titoli bancari è legato a doppio filo al rischio paese e dunque un eventuale ritorni di tensioni finanziarie sull’Italia condizionerà in maniera decisiva l’andamenti di tutti i titoli finanziari”, aggiungono da Sos Trader.

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Morgan Stanley (NYSE:MS) ha fissato un prezzo obiettivo di 15,50 euro e “buy” sul titolo, stessa posizione per la Royal Bank of Canada che ha un target price di 19,50.

Altri istituti hanno fissato il loro target price: Jefferies Financial Group (14), HSBC (16) e Credit Suisse Group (13,30).

A Milano, intanto, il titolo guadagna oggi oltre l’1%, a 10,21 euro. Unicredit (MI:CRDI) continua a essere avvantaggiata dalle ipotesi di cessione della quota detenuta nella banca turca Yapi Kredi.

Ultimi commenti

E’ solo l’ultima cessione di una lunga serie (e ne vedremo delle altre) oltre che di acquisizioni strapagate (vedi hypovereinsbank piena di derivati nelle controllate americane, irlandesi e/o islandesi e di NPL in casa propria). Senza dimenticare l’aumento da 13MMM di euro ( la piu’ grossa operazione effettuata sul capitale da una societa’ europea)
...condotta bene? infatti fanno quadrare i bilanci con le cessioni delle partecipazioni e degli attivi di valore (Fineco in primis) e con 10.000 licenziamenti nei prossimi 3 anni.....
Ma sei hai appena letto che il capitale è detenuto da stranieri che ci azzeccano i politici traditori...Se e solo se, solo risvolti finanziari nel panorama della globalizzazione e la speculazione a P.zza Affari
btp
Fino a quando si voteranno politici traditori della nazione che fanno solo l'interesse loro e non del paese....questo sarà l'andamento...congratulazioni.
 esatto, esattamente del 1968 che si da il voto e potere a traditori...
 proprio così!!...però poi scrivono che finisce tutto in mani straniere....ma che strano.....
  ...bhè devono un po' dire e un po' non dire...
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