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Unilever scorpora divisione gelati, taglia 7.500 posti lavoro per ridurre costi

Pubblicato 19.03.2024, 12:41
Aggiornato 19.03.2024, 12:45
© Reuters. Ben & Jerry's, un marchio di Unilever, è esposto in un negozio di Manhattan, New York City, Stati Uniti, 24 marzo 2022. REUTERS/Andrew Kelly

(Reuters) - Unilever (LON:ULVR) ha detto di voler scorporare la propria divisione gelati, che comprende marchi popolari come Magnum e Ben&Jerry's, e di voler tagliare 7.500 posti di lavoro nel quadro di un nuovo piano di riduzione dei costi.

Il mercato ha accolto il piano con favore, e le azioni Unilever sono salite di oltre il 5% nei primi scambi.

L'operazione partirà immediatamente e dovrebbe essere completata entro la fine del 2025. Il settore dei gelati "sta per essere trasferito in una sede separata ad Amsterdam", ha detto l'AD Hein Schumacher durante una call con i giornalisti, aggiungendo di essere "aperto alle opzioni" per quanto riguarda il luogo di quotazione.

Unilever punta a ottenere una crescita 'mid-single-digit' delle vendite, e a un modesto miglioramento dei margini dopo lo spinoff, ha detto l'AD. Il settore dei gelati rappresenta circa il 16% delle vendite globali di Unilever e in alcuni Paesi contribuisce per un terzo o il 40%.

Il gruppo di beni di consumo ha anche lanciato un piano di taglio dei costi per circa 800 milioni di euro nei prossimi tre anni. I cambiamenti proposti avrebbero un impatto su circa 7.500 posti di lavoro a livello globale, per lo più tra gli impiegati, con costi di ristrutturazione totali che dovrebbero aggirarsi intorno all'1,2% dell'utile complessivo nel periodo.

I tagli interesseranno circa il 5,9% della forza lavoro di Unilever, che conta circa 128.000 dipendenti.

"Stiamo studiando l'intera organizzazione, quindi la sede centrale, il corporate centre, i punti di coordinamento dei gruppi e le divisioni aziendali nei vari Paesi", ha detto Schumacher.

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Unilever ha registrato un rialzo del 5,4% nelle prime contrattazioni. Nell'ultimo anno il titolo ha perso il 5,8%.

Si tratta di un'operazione significativa da parte di Schumacher, che è diventato AD a luglio e a ottobre ha illustrato i piani per riconquistare la fiducia degli azionisti semplificando l'attività, dopo aver ammesso che Unilever aveva registrato una performance insufficiente negli ultimi anni.

Il suo predecessore Alan Jope è stato criticato per aver permesso che il gruppo arrivasse ad avere in portafoglio circa 400 marchi, distogliendo l'attenzione del management dagli asset migliori.

(Tradotto da Laura Contemori, editing Francesca Piscioneri)

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