Di Mauro Speranza
Investing.com – Si allarga sempre più lo scandalo Wirecard con il mirino delle indagini che punta anche Ernst & Young e alcuni ministri del governo tedesco.
Secondo il quotidiano 'Handelsblatt', l'ente tedesco incaricato della regolamentazione delle revisioni contabili (Apas) sta effettuando un'indagine su EY, la società di revisione che non era riuscita a chiudere il bilancio 2019 di Wirecard a causa di un ammanco di 1,9 miliardi di euro dalla cassa della società.
La notizia sta attirando nuovamente le vendite sul titolo Wirecard (DE:WDIG) a Francoforte, con le azioni della società che cedono oltre il 2%.
Handelsblatt cita un documento riservato del ministero dell'Economia secondo il quale sono stati esaminati tutti gli audit condotti da Ernst & Young relativi ai conti di Wirecard dal 2015.
L’Apas, che secondo il documento aveva avviato indagini preliminari sui revisori di bilancio di Ernst & Young già nell'ottobre del 2019, ha il potere di controllare tutti i documenti e le revisioni delle grandi aziende di interesse pubblico, tra cui le società componenti del Dax.
Secondo le accuse della Procura di Monaco, fin dal 2015 l'Apasa ha lasciato approvare i bilanci di Wirecard nonostante non risultassero conformi al reale stato di salute dell'azienda.
Ministri tedeschi sotto accusa
In Germania, intanto, il caso Wirecard sta coinvolgendo anche la politica, con i ministri della Finanza e dell'Economia nell'occhio del ciclone.
L'opposizione nel Bundestag, infatti, ha chiesto risposte sulla questione a Olaf Scholz (Finanze) e Peter Altamaier (Economia), chiamati a depositare la propria versione dei fatti dopo l'accusa di aver omesso importanti informazioni che avrebbero invece dovuto comunicare al Parlamento tedesco.
Scholz ha negato di essere stato a conoscenza di comportamenti scorretti da parte dei membri dell'istituto di supervisione, aggiungendo che per anni la stessa società incaricata di convalidare i bilanci di Wirecard AG, la Ernest&Young, non si sarebbe accorta della truffa, in quanto ben articolata.
I due ministri hanno scaricato la colpa degli errori alla società, affermando che nessuno del governo abbia avuto un ruolo giuridicamente rilevante.
Completamente opposta la tesi dell'opposizione guidata dai Verdi, secondo i quali il governo di Angela Merkel sapeva tutto e i due ministri sotto accusa sarebbero stati d'accordo con l'operato di Wirecard in quanto in quanto in linea con le mire strategiche di Berlino (come nel caso dell’ingresso nel mercato dei pagamenti della Cina).