NAZIONI UNITE (Reuters) - Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione che prevede maggiori aiuti a Gaza e ha chiesto misure urgenti "per creare le condizioni per una cessazione sostenibile delle ostilità", dopo una settimana di ritardi nel voto e intensi negoziati per evitare un veto da parte degli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti si sono astenuti dal voto per consentire al Consiglio dei 15 membri di adottare la risoluzione degli Emirati Arabi Uniti.
Gli altri membri hanno votato a favore, ad eccezione della Russia che si è astenuta.
Dopo negoziati ad alto livello per convincere Washington, la risoluzione non attenua più il controllo di Israele su tutte le consegne di aiuti a 2,3 milioni di persone a Gaza. Israele controlla le limitate consegne di aiuti a Gaza attraverso il valico di Rafah dall'Egitto e il valico di Kerem Shalom, controllato da Tel Aviv.
Tuttavia, l'indebolimento del linguaggio della risoluzione sulla questione della cessazione delle ostilità ha deluso diversi membri del Consiglio - tra cui la Russia, che detiene il potere di veto - e gli Stati arabi e dell'Organizzazione della Cooperazione Islamica, alcuni dei quali, secondo i diplomatici, la considerano un via libera per consentire ad Israele di agire ulteriormente contro Hamas in risposta all'attacco del 7 ottobre.
La risoluzione adottata "chiede misure urgenti per consentire immediatamente un accesso umanitario sicuro, senza ostacoli e ampliato, e per creare le condizioni per una cessazione sostenibile delle ostilità".
La bozza iniziale chiedeva "una cessazione urgente e sostenibile delle ostilità" per consentire l'accesso agli aiuti.
A dicembre, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, composta da 193 membri, ha chiesto un cessate il fuoco umanitario, con 153 Stati che hanno votato a favore della proposta, dopo che gli Stati Uniti avevano posto un veto in seno al Consiglio di Sicurezza qualche giorno prima.
Gli Stati Uniti e Israele si oppongono a un cessate il fuoco, ritenendo che questo possa avvantaggiare Hamas. Washington invece è a favore delle pause nei combattimenti per proteggere i civili e liberare gli ostaggi catturati da Hamas.
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Andrea Mandalà)