Di Alessandro Albano e Francesco Casarella
Investing.com - Durante il web summit 2022, abbiamo avuto il piacere di conoscere Antonio Baccari, Partner di Feel Venture, un fondo di venture Capital con sede a Londra, ma con un approccio molto particolare, ovvero investire in tutte le startup o aziende che presentano almeno un founder italiano.
Con Antonio abbiamo fatto una bella chiacchierata su diversi aspetti...
D: Antonio prime impressioni sul web Summit 2022, come sta andando e quali occasioni state monitorando ora?
R: è sicuramente un evento molto impegnativo, ma uno dei migliori in Europa per Startup e per fare networking con la comunità più ampia dell’innovazione (investitori, fondi, acceleratori, incubatori). Come Feel Venture abbiamo una mission particolare, ovvero investire in quelle startup con almeno un founder italiano presente. Investiamo in UK, Italia, Svizzera, US e stiamo guardando altri mercati come Francia, Spagna e Lussemburgo.
Qui è l’apice di tutte le varie comunità di innovazione Europee e ci aiuta molto per fare lo scouting dei progetti migliori, visto che avviene già ad opera di web summit una prima selezione.
D: se non sbaglio Antonio per te si tratta già del quarto Web Summit che fai, quindi hai già un bel po' di esperienza alle spalle…
R: il Web Summit aumenta sempre come presenze, ed anche noi come società dobbiamo aumentare il numero di persone che portiamo per poter essere sempre in grado di guardare tutte le occasioni
D: andiamo in dettaglio di quella che è la vostra operatività, quando investite in startup a livello globale, quali sono gli altri criteri di investimento (es: settori specifici, dei team collaudati ecc…)?
R: noi abbiamo un punto molto semplice, ovvero la ricerca dell’eccellenza, ciò che cerchiamo sono soprattutto le persone. Il VC è un business dove si investe in qualcosa di futuro con elevatissimo livello di incertezza, ed è difficile capire se quel business sia in grado poi di avere successo. La cosa più facile da capire invece è se le persone che quel business lo stanno presentando, siano in grado primo di portare avanti il progetto, secondo se hanno le capacità di far crescere l’azienda da 2 persone, a 15 persone, a 100 persone, a 1000 persone. Ogni step è completamente diverso, diventa quindi più un esercizio di relazione per capire se il founder ha le abilità per arrivare ad una sorta di step finale, questo più del prodotto, in quanto quest’ultimo potrebbe essere fenomenale, ma senza capacità di scaling non riuscirai ad avere un’azienda di successo.
D: mercato americano ed europeo (in particolare quello italiano), tu che differenze hai notato a livello sia di investitori che di presenza e qualità di startup eccellenti?
R: Noi abbiamo creato questo fondo essendo già basati in UK, e prima operavamo come angel investor in UK, ed una delle cose che vedevamo era che tanti italiani venivano a Londra per cercare dei finanziamenti, ma non riuscivano a trovarli non tanto perchè l’idea non fosse valida, ma perché loro non riuscivano a parlare la lingua dell’investitore (non in senso di inglese ma in termini di approccio agli investimenti). Ciò he vedevamo quindi erano progetti che magari non avevano valore, ma finanziati in quanto il founder aveva quelle capacità d dialogo commerciali o di rapporto con gli investitori, mentre il founder italiano non le aveva.
Quindi è più facile per noi agire migliorando questo aspetto comunicativo, piuttosto che investire in un prodotto che poi non ha futuro. Uno dei motivi che noi abbiamo quindi è rilanciare l’imprenditorialità italiana grazie al network che abbiamo creato con i nostri investitori, che sono soprattutto PMI (piccole medie imprese), che a loro volta hanno bisogno di innovarsi, ma che in realtà non hanno accesso all’innovazione di una multinazionale, quindi ciò che abbiamo fatto è stato creare questo circolo virtuoso dove abbiamo le startup, gli investitori (le aziende) e noi come fondo.
Sono tutti dentro una community, a cui poi abbiamo aggiunto le grandi imprese, gli acceleratori, gli incubatori universitari ed i professionisti vari sparsi in tutta Europa, per creare network e fare da ponte tra una cultura italiana forte accademicamente ma debole lato comunicazione con gli investitori, e tutto ciò che è il mondo oltre le alpi, ovvero le comunità di investitori europei ed internazionali. Quindi grazie al nostro network, le startup possono collaborare con le imprese, le imprese investono nel nostro fondo, e le startup hanno il beneficio di avere questo collegamento con le imprese che diventano potenziali clienti ed anche a volte investitori, e noi investiamo in società con Traction maggiore, e siamo più sicuri (abbiamo meno rischio rispetto ad altri fondi), mentre per gli investitori il vantaggio è doppio, perché riguarda sia il ritorno sull’investimento, che l’innovazione portata dalle startup dentro l’azienda.
In 1 anno abbiamo già 4 casi di successo….
D: 2 ultime domande, la prima è come tu vedi il settore del Venture Capital, che è un mercato in crescita, da qui a 5 anni, e poi se ci racconti qualche numero dei casi di successo a livello di investimento...
R: vedo una costante crescita, perché da un lato l’impegno del governo e di CDP ha aperto le frontiere, e molti vedono con interesse il settore in Italia dall’estero. I fondi di VC in Italia sono poi ancora pochi in confronto agli altri Paesi, quindi aumenta la qualità ma non la competizione, nei prossimi 5 anni si vedrà una crescita significativa in Europa ma soprattutto in Italia. Noi invece vogliamo dare i soldi più smart possibili alle startup e farle crescere all’estero. Facciamo di solito due ticket, il primo tra 100 e 200 mila Euro, investendo in seed Serie A, il secondo dai 500 mila euro in su. Il nostro obiettivo è sempre quello di fare almeno due round, se la società va bene e se le prime impressioni sono positive, e se il business cresce bene. Essendo poi su Londra, abbiamo un network molto esteso di fondi con cui collaboriamo, quindi facciamo due cose:
- Abbassiamo il tempo di raccolta sulle startup che quindi possono concentrarsi sullo sviluppo del prodotto
- Siamo partiti con un network di fondi a Londra, l’obiettivo quest’anno è raggiungere i 25 Milioni, ma nel momento in cui le startup passano da series A a series B, e quindi noi non possiamo più accompagnarle ma necessitano di fondi più grandi del nostro, ecco che noi possiamo presentare le startup a fondi più grandi e lasciarle in buone mani