GINEVRA (Reuters) - Il sostegno fornito dall'Unione europea alle autorità libiche che fermano e detengono i migranti implica che il blocco abbia "aiutato e favorito" nel commettere violazioni dei diritti dei migranti.
Lo ha affermato l'investigatore di una missione delle Nazioni Unite Chaloka Beyani.
L'Unione europea e gli Stati membri hanno fornito sostegno e formazione alla guardia costiera libica, che conduce i migranti fermati in mare in centri di detenzione; inoltre, finanziano i programmi di gestione delle frontiere libiche attraverso il governo italiano.
L'intervento di Beyani arriva dopo che una missione d'inchiesta delle Nazioni Unite ha presentato un rapporto secondo cui sono stati commessi crimini contro l'umanità sui migranti trattenuti nei centri di detenzione.
"Nonostante questo non stiamo affermando che l'Ue e i suoi Stati membri abbiano commesso questi crimini. Il punto è che il sostegno fornito ha favorito la commissione dei crimini", ha sottolineato Beyani, uno dei membri della missione indipendente.
Un portavoce della Commissione europea sulle politiche di migrazione non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento inviata via e-mail.
Tuttavia, Peter Stano, principale portavoce del servizio europeo per l'azione esterna, ha detto durante un briefing prima della pubblicazione del rapporto: "Stiamo fornendo assistenza per aiutarli (la Libia) a migliorare le loro prestazioni quando si tratta di ricerca e salvataggio, sia con le navi, sia con le attrezzature o con la formazione, con particolare attenzione ai diritti umani".
Le critiche dell'Ue fanno eco a quelle del capo delle Nazioni Unite per i diritti umani, di Human Rights Watch e di altri gruppi per i diritti negli scorsi anni.
La missione, durante la presentazione del rapporto finale su una serie di abusi commessi in diverse parti della Libia, ha annunciato che avrebbe trasmesso ogni prova di crimini di guerra e crimini contro l'umanità alla Corte penale internazionale.
Secondo il rapporto, i crimini sono stati commessi sia dalle forze di sicurezza statali che dai gruppi di miliziani armati, che hanno agito per reprimere il dissenso e hanno compiuto omicidi, stupri, schiavitù, esecuzioni e sequestri.
Le autorità libiche non sono state immediatamente disponibili per un commento. In precedenza hanno negato di aver commesso qualsiasi abuso sistematico sui migranti.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Stefano Bernabei)