di Angelo Amante e Remo Casilli
CROTONE, ITALIA (Reuters) - Sono stati arrestati tre uomini sospettati di essere gli scafisti che hanno imbarcato fino a 200 persone a bordo del barcone di legno che si è schiantato domenica contro gli scogli lungo le coste della Calabria, portando alla morte di almeno 65 persone.
Lo hanno detto in una nota Polizia, Carabinieri e la Guardia di Finanza che hanno agito sotto il coordinamento della Procura.
Il comandante della GdF in Calabria Alberto Lippolis ha detto che un uomo turco e due cittadini pakistani hanno condotto la barca dalla Turchia all'Italia nonostante il maltempo e sono stati identificati dai sopravvissuti come "i principali responsabili della tragedia".
"Secondo le prime indagini, avrebbero chiesto ai migranti circa 8.000 euro a testa per il viaggio mortale", ha detto Lippolis.
"Tutti e tre sono stati arrestati", ha aggiunto.
L'imbarcazione ha urtato contro gli scogli e si è spezzata in mare aperto vicino a Steccato di Cutro, nel crotonese.
I soccorritori hanno recuperato oggi il corpo di un uomo dal mare, portando il bilancio delle vittime a 65, di cui circa 14 bambini. I sopravvissuti sono 80 e hanno detto che l'imbarcazione trasportava tra i 150 e i 200 migranti.
"Le operazioni di ricerca di superficie andranno avanti finché non avremo certezza di aver trovato tutti, andremo avanti senza sosta, finché non daremo dignità all’ultima persona scomparsa", ha detto Rocco Mortato, della squadra subacquei dei vigili del fuoco.
I soccorritori hanno detto che la maggior parte dei migranti proveniva dall'Afghanistan, ma anche da Paesi come Iran, Somalia e Siria. Il ministero degli Esteri del Pakistan ha detto che 20 cittadini pakistani erano sulla barca, con quattro dispersi e 16 sopravvissuti al naufragio notturno.
La tragedia ha alimentato il dibattito sulla migrazione in Europa e in Italia, dove il recente decreto che complica il soccorso in mare da parte delle Ong ha attirato critiche anche da parte dell'Onu.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto in un'intervista di aver scritto alle istituzioni dell'Unione europea chiedendo un'azione immediata per fermare le partenze dei migranti in modo da prevenire ulteriori morti.
"Più gente parte, più gente rischia di morire", ha detto alla Rai. "L'unico modo per affrontare seriamente con umanità questa materia, è fermare le partenze", ha aggiunto.
E su questo serve una Europa che oltre ovviamente a dichiarare la sua disponibilità, "agisca e in fretta", ha detto ieri la premier.
(Tradotto da Chiara Bontacchio, editing Stefano Bernabei, Claudia Cristoferi)