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UniCredit conferma target e vede opportunita in crisi Covid-19 senza M&A

Pubblicato 06.08.2020, 16:57
Aggiornato 06.08.2020, 17:00
© Reuters. Il palazzo Unicredit a Milano

MILANO (Reuters) - UniCredit (MI:CRDI) si chiama fuori dalla potenziale ondata di fusioni bancarie in Italia e punta a conquistare clienti in mercati scossi dalla pandemia senza passare per operazioni straordinarie dopo un trimestre sopra le attese e la conferma dei target.

Mentre Intesa Sanpaolo (MI:ISP) si prepara a sottrarle il titolo di prima banca italiana dopo la faticosa conquista di Ubi (MI:UBI), UniCredit vede aumentare la pressione sull'AD Jean Pierre Mustier, che negli ultimi quattro anni ha guidato una ristrutturazione di successo senza pero' riuscire a chiudere l'atteso deal cross-border.

Secondo alcuni banchieri UniCredit si trova a respingere pressioni governative per l'acquisto del Monte dei Paschi, che il Tesoro deve riprivatizzare l'anno prossimo. Mustier tuttavia esclude categoricamente fusioni e punta ad accrescere la remunerazione degli azionisti per risollevare le quotazioni della banca, strategia al momento congelata dallo stop a dividendi e buyback voluto dalla Bce.

"Dovremmo concentrarci solo sul nostro business e trarre vantaggio dal sommovimento del mercato causato dal COVID-19 per puntare a clienti con un ottimo profilo di rischio", ha dichiarato Mustier agli analisti.

Il nuovo gruppo Intesa-UBI controllerà un quinto di tutti i principali segmenti bancari in Italia, contro l'11% di quota di mercato di UniCredit.

Ma per Mustier è fondamentale essere "estremamente disciplinati sul fronte del rischio" in un mercato in cui le perdite sui crediti continueranno a crescere, soprattutto dopo la fine delle moratorie in essere.

"Non credo che ci sia una soglia magica di quota di mercato", ha detto Mustier a chi gli chiedeva se il nuovo scenario italiano lo preoccupasse.

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Una fusione aggiungerebbe "personale, filiali e crediti deteriorati" a una banca che da anni lavora per ridurre questi tre elementi, ha concluso Mustier.

Nessun aggiornamento sui tempi della sub-holding destinata a incamerare le attività estere di UniCredit per migliorare l'esposizione infra-gruppo e la capacità di risoluzione.

Secondo una fonte la separazione tra le attività domestiche ed estere di UniCredit potrebbe preludere all'abbandono del diktat 'no M&A' da parte del banchiere francese. Nessun commento dalla banca.

Dopo una prima reazione positiva a risultati superiori alle attese, il titolo perde il 5% a metà pomeriggio, un tonfo che gli operatori attribuiscono al venire meno di appeal speculativi.

Un balzo dell'utile da negoziazione, rettifiche e costi inferiori al previsto hanno aiutato UniCredit a superare le aspettative del mercato con un utile del secondo trimestre di 420 milioni di euro, pur in calo del 77% rispetto all'anno precedente.

La banca ha contabilizzato 937 milioni di euro di svalutazioni di crediti, incrementando gli accantonamenti "overlay" sui crediti in bonis che potrebbero deteriorarsi con il venir meno delle misure di sostegno governative. Per mantenere un approccio estremamente cauto nei confronti delle perdite dovute a virus, UniCredit effettuerà nel secondo semestre ulteriori accantonamenti di questo tipo, portando ad un utile netto sottostante - che elimina le voci una tantum - sostanzialmente in linea con i 368 milioni di euro del primo semestre, a fronte di un miglioramento dell'andamento dei ricavi.

UniCredit ha confermato il suo obiettivo di utile sottostante al 2021 e Mustier ha espresso fiducia sul fatto che la Bce consentirà alla banca di riprendere la sua politica di remunerazione a partire dal 2021 con la distribuzione del 50% dell'utile netto sottostante tra dividendi e buyback.

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Inoltre, UniCredit prevede di restituire gradualmente agli azionisti il capitale in eccesso, che secondo nelle proiezioni degli analisti di Citi si aggira sui 9 miliardi di euro.

Nel trimestre il Cet1 della banca si è rafforzato al 13,85% degli attivi, dal 13,44% di marzo.

(In redazione a Roma Francesca Piscioneri)

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