Sebbene sia difficile determinare l’impatto economico della variante del COVID in rapida diffusione, i tre nomi seguenti probabilmente saranno tra i maggiori beneficiari di questa ondata del virus.
1. Pfizer (NYSE:PFE)
- Performance sull’anno in corso: +60,1%
- Capitalizzazione di Mercato: 330,9 miliardi di dollari
Pfizer (NYSE:PFE) è uno dei grandi vincitori della corsa al vaccino contro il COVID-19. Pfizer, che ha registrato una straordinaria performance nel settore farmaceutico quest’anno, sta raccogliendo i frutti di una spinta globale alla vaccinazione senza precedenti contro la pandemia.
Il vaccino contro il COVID di Pfizer, sviluppato insieme alla casa farmaceutica tedesca BioNTech (NASDAQ:BNTX), è rapidamente diventato uno dei prodotti più venduto nella storia del colosso farmaceutico statunitense.
La società di New York City ha alzato le stime sulle vendite del suo vaccino anti-COVID-19, per l’intero anno fiscale 2021, del 7,5% a 36 miliardi di dollari, quando ha riportato utili e ricavi del terzo trimestre straordinari il 2 novembre. Ha anche alzato le proiezioni per il 2022, avendo firmato accordi con più paesi per le dosi di richiamo ed avendo ottenuto la piena approvazione per la somministrazione del vaccino ai bambini.
Il titolo di PFE ha iniziato l’anno a 36,81 dollari, chiudendo la seduta di ieri a 58,95 dollari, non lontano dal massimo storico di 61,71 dollari raggiunto il 20 dicembre. Ai livelli attuali, l’azienda farmaceutica, che ha superato la performance di rivali come Johnson & Johnson (NYSE:JNJ), AstraZeneca (NASDAQ:AZN), Merck (NYSE:MRK), ed Eli Lilly (NYSE:LLY), ha una market cap di 330,9 miliardi di dollari.
Sull’anno in corso, il titolo è schizzato di circa il 60%, battendo facilmente i ritorni comparabili sia del Dow Jones Industrial Average che dell’S&P 500.
Ci aspettiamo che Pfizer, diventato uno dei principali produttori di vaccino, continui ad avere un’ottima performance sulla scia della variante Omicron. Sebbene gli analisti siano un po’ più conservatori, i modelli di InvestingPro indicano un rialzo del 25% dai livelli attuali a 76,44 dollari ad azione.
Grafico: InvestingPro
2. Thermo Fisher Scientific
- Performance sull’anno in corso: +38,5%
- Capitalizzazione di Mercato: 254,3 miliardi di dollari
Thermo Fisher Scientific (NYSE:TMO), uno dei maggiori produttori di kit per test diagnostici, hardware di laboratorio ed attrezzature, ha registrato una delle migliori performance nel settore sanitario quest’anno grazie alla forte domanda di test per il coronavirus. Fornisce anche materie prime per vaccini e terapie contro il COVID-19.
La società con sede a Waltham, Massachusetts, che ha ottenuto l’approvazione della FDA per l’uso di emergenza del suo test SARS-CoV-2 nel marzo 2020, ha guadagnato 2,05 miliardi di dollari nel terzo trimestre dalle vendite di prodotti e servizi legati al coronavirus. Considerata l’attuale impennata dei casi mondiali di variante Omicron, Thermo Fisher probabilmente vedrà un’impennata della domanda globale per i suoi test tra fine anno e inizio 2022.
Thermo Fisher ha riportato utili e ricavi positivi il 27 ottobre ed ha alzato le stime sull’intero anno fiscale di 1,2 miliardi di dollari a 37,1 miliardi di dollari, con un balzo del 15% dall’anno prima. Prevede ricavi legati al COVID-19 sull’anno in aumento da 6,7 a 7,7 miliardi di dollari.
Il titolo è andato nettamente meglio dell’S&P 500 nel 2021, balzando di quasi il 40% quando resta solo una settimana alla fine del 2021. TMO, che ha cominciato l’anno a 465,78 dollari ed è schizzato fino al massimo storico di 666,65 dollari il 26 novembre, ha chiuso a 645,34 dollari ieri, con una valutazione di 254,3 miliardi di dollari.
I modelli di InvestingPro indicano un rialzo del 10% dal livello attuale a 714,98 dollari ad azione.
Grafico: InvestingPro
3. Datadog
- Performance sull’anno in corso: +80,3%
- Capitalizzazione di Mercato: 55,4 miliardi di dollari
Datadog (NASDAQ:DDOG), che fornisce una piattaforma analitica e di monitoraggio per sviluppatori software e dipartimenti di IT, ha registrato una corsa straordinaria quest’anno. Il titolo della società SaaS con sede a New York City, che conta tra i suoi clienti nomi del calibro di FedEx (NYSE:FDX), AT&T (NYSE:T), ed Airbnb (NASDAQ:ABNB), è schizzato dell’80% sull’anno in corso, avvantaggiato dall’impennata della domanda per le sue soluzioni cloud nel segmento aziendale.
DDOG ha cominciato gli scambi a 98,44 dollari il 1° gennaio, arrivando al massimo storico di 199,68 dollari il 17 novembre. Ieri ha raggiunto quota 177,49 dollari, con una valutazione di oltre 55 miliardi di dollari.
Datadog sembra destinato ad ulteriori guadagni nelle prossime settimane, con il lavoro da remoto dovuto al coronavirus che alimenta la domanda per i suoi servizi di cyber-sicurezza su cloud.
Guardando al futuro, le stime di Datadog per il trimestre che si chiuderà a gennaio indicano chiaramente che la società non si aspetta alcun rallentamento nei prossimi mesi. Prevede che i ricavi salgano di circa il 64% dall’anno prima ad un altro massimo storico di 291 milioni di dollari.