60% azioni e 40% bond: questo portafoglio funziona ancora?

Pubblicato 07.06.2022, 08:39

Viene definito come il “classico” portafoglio bilanciato, un portafoglio composto da 60% azionario e 40% bond. Tipicamente, un portafoglio adatto a chiunque o più in generale a chi vuole stare sui mercati senza dover pensare troppo a come agire. Questo, se unito ad un ribilanciamento annuale, dovrebbe garantire che gli investimenti nel corso del tempo siano una fonte di incremento del proprio capitale.

Questo almeno vale nei periodi in cui i mercati salgono.

Infatti, come vediamo nell’immagine sotto riportata, il 60-40 è di fatto un portafoglio che ha dato in passato le sue soddisfazioni.

Fonte: The irrelevant Investor

Questo avendo sempre rendimenti di tutto rispetto. Sia chiaro, esistono diverse costruzioni di 60-40 portfolio, nei casi esaminati si parla di un portafoglio completamente investito su U.S. asset (Aggregate Bond e S&P 500). Ma anche allargando le zone geografiche i risultati sono positivi.

Eppure ci sono anche le annate brutte, come dimostrato nella tabella sotto. Vediamo infatti che anni di calo non sono mancati. Ma dobbiamo come sempre paragonarlo a quanto fatto dal mercato, se pensiamo ad esempio al 1974, al 2001 ed al 2008, credo (in base alle performance) che più di qualcuno avrebbe voluto un portafoglio 60-40.

Fonte: awealthofcommonsense

Lo strano caso del 2022

Eppure l’anno che stiamo vivendo non è partito sotto le migliori condizioni. Infatti, da inizio anno, è il PEGGIOR anno per il portafoglio 60/40, che perde quasi il doppio del precedente peggior inizio di anno (il 1984). Questo perché la “tempesta perfetta” che si è creata sulle principali asset class (valutazioni storicamente elevate, inflazione e rialzo tassi, unito a guerre e pandemia) hanno portato entrambe le tipologie di investimenti a perdere soldi.

Fonte: Charlie Bilello

La domanda che a questo punto si pongono tutti è: il portafoglio 60-40 è quindi da accantonare? A mio giudizio assolutamente NO.

Non lo è, per il semplice fatto che parliamo di 5 mesi in oltre 120 anni di storia dei mercati. Sarebbe come dire che Nadal non è più un fenomeno se ogni tanto perde qualche torneo, ma scherziamo? Conta la carriera, non conta il singolo match.

Negli investimenti è la stessa cosa, se riprendete la prima tabella sopra, vedrete che anche in periodi di alta inflazione, rialzo tassi, guerre e così via, questo portafoglio ha sempre accompagnato gli investitori con rendimenti più che generosi.

Come sempre però quando i mercati calano, si dice tutto il contrario di tutto, si dice che strategie che funzionavano fino a ieri da 100 anni non vanno più bene, si dice che prima il growth, poi il value, poi il momentum, e così via.

La verità è una sola: investire sempre, con maggiore cautela quando sono tutti eccitati e con maggiore aggressività quando tutti hanno paura. Pianificare, diversificare, ed avere TEMPO dalla propria parte.

Questo, con un 60-40, 50-50 e così via, ci permetterà di superare la maggior parte degli investitori improvvisati che basano la propria operatività sui titoli di giornale o su quello che dice JPMorgan Chase & Co (NYSE:JPM) , Goldman Sachs Group Inc (NYSE:GS) e compagnia bella.

Alla prossima!

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