Segnali di rafforzamento del dollaro contro l’euro grazie alla violazione dell’importante supporto a posto a 1,10, parte bassa del range in atto ormai da inizio anno tra 1,10 e 1,1450 con i corsi diretti ora al test della trendline di lungo periodo e parte bassa di un’ampia fase di tipo triangolare a 1,0750/1,08.
Lo scenario di breve rimane pertanto favorevole al biglietto verde, che beneficia della diversa situazione economica dei due continenti, almeno fino a fine mese quando la riunione della Fed potrebbe cambiare nuovamente le carte in tavola riproponendo i prezzi in maniera anche veloce nuovamente verso 1,1400/50.
Chiaramente una perdita anche di 1,0700, al momento improbabile data la situazione sui due lati dell’Atlantico e la concertazione attuale tra banche centrali, spingerà ulteriormente al ribasso il cambio verso i minimi recenti a 1,05 ultimo baluardo prima di vedere un deciso cambiamento di direzionalità da 20 anni a questa parte verso quota 0,90.
Chiusure settimanali superiori a 1,1050 e la successiva violazione di 1,1150 indicheranno la fine della forza di dollaro dando così fiato alla moneta unica.