Chi non ha avuto simpatia per il condottiero scozzese William Wallace nella trasposizione cinematografica delle guerre d’indipendenza dall’Inghilterra del tardo medioevo? Dopo quasi 700 anni da quegli anni bellicosi e dopo oltre 400 anni di unione, il Regno Unito di Gran Bretagna sembra destinato a spezzarsi nuovamente sotto le spinte indipendentiste alla cui testa c’è un moderno William Wallace, il leader del SNP Alex Salmond forte del 51% delle preferenze. Era la prima volta che nei sondaggi il SNP raggiungeva il 51%, anche se in un periodo di dilagante populismo e crescente nazionalismo, un risultato del genere non lascia sorpresi. Un risveglio amaro per Westminster che fa i conti con la perdita dell’8% della popolazione e del 32% del territorio che produce circa un 8.4% delle entrate dell’erario. Una situazione che desta preoccupazioni a Londra, ma anche a Edimburgo dove l’indipendenza non convince tutti. E in vista del 18 Settembre, il fronte per il no sostiene come la Scozia avrebbe solo da perdere da un divorzio da Londra con la perdita di un milione di posti di lavoro legati a scambi commerciali e integrazione delle due nazioni oltre ovviamente al possibile isolamento derivante dalla separazione. Insomma, per dirla con una battuta: chi di nazionalismo ferisce, di nazionalismo perisce. Dopo il successo dell’UKIP di Nigel Farage alle ultime elezioni europee, il Regno Unito subisce, anche se più in piccolo, una sorte simile anche all’interno dei propri confini. E anche se il governo di Westminster e il primo ministro conservatore Cameron non si fanno vedere preoccupati, il cancelliere dello scacchiere Osborne ha già iniziato a mettere le mani avanti avanzando alcune proposte per una maggiore autonomia fiscale e di spesa a Edimburgo. L’indipendenza scozzese è un iceberg, come lo hanno definito alcuni, che si muove implacabile verso il Regno Unito.
Market Movers
Alle 10:30 il dato sulla produzione industriale nel Regno Unito attesa in calo a 0.2% rispetto allo 0.3% della lettura precedente, mentre il dato sulla produzione manifatturiera è atteso stabile a 0.3%. La bilancia commerciale dovrebbe mostrare una discesa a -9.10 miliardi dai -9.41 miliardi della lettura precedente, mentre per la componente Non-UE il dato dovrebbe aggirarsi a -3.60 miliardi contro i -3.84 della rilevazione scorsa. Alla stessa ora catalizzerà l’attenzione dei mercati la conferenza stampa del governatore della Bank of England Carney.
Nel pomeriggio alle 14:15 i nuovi cantieri edilizi in Canada attesi in lieve diminuzione a 195.0 mila unità dalle 200.1 mila della lettura precedente mentre alle 16:00 il dato americano elaborato dal BLS sui nuovi occupati dovrebbe mostrare un’accelerazione a 4.72 milioni dai 4.67 milioni del dato precedente.
EURUSD
Moneta unica interlocutoria nel rapporto con il biglietto verde in una giornata dal vago profumo estivo dove lo scostamento massimo è stato 25 pips dal minimo di giornata fatto registrare in mattinata. Il cambio rimane quindi inquadrato in un movimento laterale e a cavalcioni del canale tecnico rialzista di medio periodo identificato con l’inizio della settimana (grafico) salvo poi crollare durante la notte fino a 1.2880. In assenza di dati europei e in attesa dei dati nel pomeriggio, il comportamento della moneta unica sarà presumibilmente interlocutorio e compreso tra i livelli di 1.2850 e 1.2950.
GBPUSD
Dopo aver terrorizzato i mercati, l’annuncio del forte avanzamento del fronte indipendentista scozzese, mette alla prova il cable che sembra comunque aver trovato il suo limite minimo intorno a 1.61. Se questa sia una tappa verso il baratro lo decideranno i dati in uscita in mattinata e il governatore Carney che terrà una conferenza stampa. Occhi e orecchi sintonizzati alle 10:30 per i possibili movimenti generati da scostamenti dalle attese soprattutto intorno alle aree calde a 1.61 e 1.6150.
USDJPY
Continua la cavalcata di USDJPY e l’indebolimento della divisa nipponica che ha risentito del dato sul PIL pubblicato nella notte tra domenica e lunedì e dei dati cinesi, che seppur buoni, delineano un peggioramento delle importazioni che interessano ovviamente i partner commerciali. Di conseguenza il rapporto tra divisa giapponese e dollaro americano fa registrare nuovi massimi in area 106.30 violando al rialzo il canale tecnico rialzista di medio periodo e posizionandosi in area di forte ipercomprato: condizione che non spaventa Tokyo, anzi, è elemento di supporto all’economia delle esportazioni. Attenzione ai ritracciamenti in quest’area sopra 106 e soprattutto sui dati americani del pomeriggio e con l’apertura di Tokyo.