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Analisi FX 11/02/2015: un mercoledì da leoni!

Pubblicato 11.02.2015, 10:32
Aggiornato 09.07.2023, 12:32


Sarà una coincidenza o forse un piano preciso, ma oggi è una specie di d-day per la risoluzione dei due scenari di crisi in Europa: il primo sul fronte greco con la riunione straordinaria dell’eurogruppo con ordine del giorno totalmente incentrato sulla risoluzione della situazione greca, e il secondo con l’incontro a Minsk, capitale della Bielorussia, delle diplomazie di Ucraina, Francia, Germania e Russia per tentare una mediazione sul tema del sanguinoso conflitto in Ucraina dell’est.
Sul fronte Grecia, dopo la fiducia, data per scontata, al programma e all’esecutivo del Premier Tsipras, oggi il ministro delle finanze Varoufakis incontrerà i propri partner europei per discutere le condizioni di Atene e trovare una soluzione condivisa: è ormai palese che la contrapposizione tra Grecia e Germania è destinata ad essere esasperata, e sarà il ruolo determinante di “tutti gli altri”, ovvero dell’Europa intera, a giocare il ruolo determinante di mediatore. Le posizioni all’apertura dei lavoro appaiono, tuttavia, in totale contrasto e difficilmente conciliabili, ma la giornata è ancora lunga e da parte della maggior parte degli Stati membri sembra esserci almeno la disponibilità ad affrontare l’argomento di una soluzione ponte fino a giugno.
Così come è lunga la giornata che vedrà impegnati Merkel e Hollande per cercare di fare da mediatori tra il presidente russo Putin e quello Ucraino Poroshenko: una prima vittoria tuttavia l’hanno ottenuta ovvero portare Putin al tavolo delle trattative dopo l’aut-aut russo della settimana scorsa. C’è maggiore fiducia nella possibilità di una risoluzione, anche perché l’escalation di violenze ha attirato maggiore attenzione da parte degli Stati Uniti dove il presidente Obama in persona ha chiamato Putin nella giornata di ieri.
Insomma, per citare un film di qualche tempo fa, un vero e proprio Mercoledì da Leoni.

Market Movers

Alle 14:00 conferenza stampa del membro del FOMC Fisher seguito alle 19:00 dall’asta del decennale statunitense che parte da un rendimento del 1.93%.
Alle 20:00 la pubblicazione del budget federale USA atteso a -10.0 miliardi dai 2.0 miliardi della rilevazione precedente.
Alle 1:30 in Australia la variazione del numero di occupati atteso a -5.0 mila unità dalle 37.4 mila della lettura scorsa per un tasso di disoccupazione che dovrebber risalire al 6.2% dal 6.1% precedente.

EURUSD
20150211 EURUSD
La moneta unica prosegue ostinatamente sul suo percorso laterale tra 1.13 e 1.1350 in un corridoio strettissimo abbandonato solo per qualche tempo nella giornata di ieri e in inizio di settimana. Una lateralizzazione estrema che sconta la fiducia per il difficile mercoledì da leoni che attenderà i leader e funzionari europei nella giornata odierna. L’assenza di dati macro previsti per oggi contribuirà al mantenimento del momento laterale in attesa degli esiti delle discussioni in attesa per oggi. Ad ogni modo, l’assenza di un crollo delle quotazioni di EURUSD può essere letto come un segnale incoraggiante per i mercati.

GBPUSD
20150211 GBPUSD
Come anticipato già ieri, il cable si è mantenuto in territorio laterale durante la giornata di ieri poco sotto il livello di equilibrio a 1.5250 dove anche in queste prime ore di contrattazioni in Europa si sta mantenendo il rapporto tra sterlina inglese e biglietto verde. L’attesa anche in questo caso è incentrata sull’esito dell’eurogruppo, ma ancora di più delle trattative a Minsk per un accordo che possa portare ad un cessate il fuoco in Ucraina dell’est.

USDJPY
20150211 USDJPY
Lo yen giapponese perde terreno nel rapporto con il dollaro portandosi da 118.70 fino in area 119.70 dove scambia in queste prime ore di contrattazioni in Europa dopo una sessione asiatica all’insegna dell’indebolimento della valuta nipponica. Pesano sia le dichiarazioni di Lockhard (FOMC) sull’appetibilità di un rialzo dei tassi negli USA a metà 2015, sia quelle di Williams che segnalano che un rialzo dei tassi si fa sempre più vicino. Cala anche la corsa allo yen come valuta rifugio, sintomo di una ritrovata fiducia dei mercati e in una rapida soluzione degli scenari di crisi in Europa.

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