La partita è ancora aperta a Washington.
La pubblicazione dei verbali del FOMC di ieri segnano una sveglia, figurativamente parlando, per la FED. Il governatore Janet Yellen ha infatti finalmente sollevato le dovute preoccupazioni sull’inflazione di medio periodo che sta scendendo in questi ultimi mesi in modo particolarmente preoccupante anche oltreoceano. Nonostante la dinamica salariale stia migliorando grazie alle prospettive di rialzo degli stipendi, la preoccupazione permane e l’indice dei prezzi al consumo, continua ad essere inferiore alle attese di medio periodo. Una doccia fredda per Janet Yellen che arriva in un momento in cui sembrava che la chiusura del quantitative easing fosse finalmente ad una svolta e da Washington si potesse vedere all’orizzonte il primo rialzo dei tassi. Tuttavia, a meno che la dinamica inflazionistica non migliori sul medio termine, con il rinnovo durante l’anno prossimo del consiglio direttivo della FED, la governatrice si ritroverà con un board orientato in modo accomodante, element chiave che potrebbe spingere ulteriormente in avanti il primo rialzo. La partita è ancora aperta a Washington.
Market Movers
Alle 9:30 il dato PMI manifatturiero tedesco è atteso a 51.5 in lieve rialzo rispetto al precedente a 51.4, mentre il PMI del settore servizi relativo alla Germania dovrebbe uscire a 54.5 anche in questo caso lievemente superior al 54.4 della rilevazione precedente.
Alle 10:00 il dato PMI manifatturiero preliminare relativo alla zona euro dovrebbe mostrare un recupero a 50.9 dal 50.6 della lettura scorsa, mentre lo stesso dato preliminare sul settore servizi è atteso stabile a 52.3.
Alle 10:30 nel Regno Unito il dato sulle vendite al dettaglio è atteso a 0.4% rispetto al -0.3% della lettura precedente per il dato mese su mese, mentre il dato annualizzato è atteso a 3.8% rispetto al 2.7% della lettura scorsa.
Alle 14:30 negli Stati Uniti il dato sull’inflazione core è attesa a 0.2% in rialzo rispetto allo 0.1% della lettura precedente, mentre il dato generale mese su mese è atteso in calo a -0.1% dal 0.1%. Alla stessa ora il dato sulle nuove richieste di sussidi di disoccupazione è atteso a 286 mila unità rispetto alle 290 mila della lettura precedente.
Alle 16:00 il dato sulle vendite di case esistenti dovrebbe attestarsi a 5.15 milioni di unità rispetto ai 5.17 milioni della lettura precedente, mentre l’indice Philly FED manifatturiero è atteso in calo a 18.5 rispetto al 20.7 della lettura scorsa.
Alle 19:30 conferenza stampa del membro del FOMC Mester.
EURUSD
Dopo un’iniziale euforia sulle preoccupazioni dimostrate dalla FED per quanto riguarda lo scenario inflazionistico oltreoceano che hanno portato il cambio EURUSD fino a 1.26, la moneta unica cede terreno nelle prime ore di contrattazioni in Europa sui brutti dati PMI in Germania e Francia. Lo storno dai massimi di ieri sera ha riportato la moneta unica poco sopra 1.2500 nel rapporto con il biglietto verde, livello che comunque segna uno spartiacque importante nel determinare se proseguirà il trend rialzista dell’euro o si arresterà in fine di settimana.
GBPUSD
Dopo un recupero piuttosto netto fino a oltre 1.57, la sterlina inglese ha risentito in inizio di giornata delle preoccupazioni sui dati PMI in Europa e sulle vendite al dettaglio nel Regno Unito attese per questa mattina. Il cable è ancora una volta dominato dal dollaro, anche dopo la pubblicazione dei verbali dell’ultimo FOMC ieri sera che non sono riusciti a risollevare le sorti della moneta di Sua Maestà che scambia ora in area 1.5650, su quell’area di supporto che ha contraddistinto bene o male il limite minimo della settimana in corso.
USDJPY
Lo yen non conosce tregua, dopo aver perso terreno anche nella serata di ieri fino a raggiungere area 118.95, pericolosamente vicino al minimo storico da 7 anni a 119. I dati sulla bilancia commercial e sulle esportazioni non hanno placato la discesa della valuta nipponica che tuttavia è riuscita a recuperare terreno nelle prime ore di contrattazioni della sessione europea fino a 118.50, area dove sta scambiando all’apertura dei mercati in Europa risentendo anche di una magra performance dei mercati azionari con l’indice Nikkei della borsa di Tokyo che chiude poco sopra la parità a 0.07%.