Il protagonista della settimana scorsa è stato senza dubbio il governatore della BCE Mario Draghi che con il taglio dei tassi di ulteriori 10 basis point rispetto all’appuntamento dello scorso Giugno ha sancito il limite minimo sotto il quale l’istituto di Francoforte “non può più andare”. La reazione dei mercati è stata piuttosto importante sia sul fronte valutario che soprattutto sul fronte obbligazionario con un’impennata decisa dei prezzi dei titoli europei e una riduzione sostenuta degli spread tra i periferici e il bund, benchmark dell’area Euro. Il taglio dei tassi d’interesse ha avuto anche un’altra giustificazione ovvero rimuovere gli ultimi possibili indugi delle banche alla partecipazione al programma TLTRO: il segnale può anche essere letto come la preoccupazione da parte della BCE circa un possibile flop del programma fortemente voluto da Francoforte che vedrà i natali il prossimo 18 Settembre. Draghi rilancia inoltre anche il programma covered bond e ABS a condizione che abbiano struttura semplice e con riferimento a tranche sia senior che mezzanine a patto che siano garantite. Il programma, in partenza ad Ottobre, sarà delineato meglio nella prossima riunione della BCE del 2 Ottobre.
Market Movers della Settimana
Lunedì 8 alle 1:50 in Giappone i dati sul PIL atteso in flessione a -7.0% su base annua dal -6.8% precedente e a -1.8% contro il -1.7% precedente per la lettura trimestrale. Alle 7:45 il tasso di disoccupazione destagionalizzato atteso stabile a 3.2%, mentre alle 8:00 il dato sulla bilancia commercial in Germania attesa a 16.8 miliardi rispetto ai 16.2 miliardi della lettura precedente.
Martedì 9 alle 10:30 la bilancia commerciale nel Regno Unito attesa a -9.10 miliardi contro il dato precedente a -9.41 miliardi. Alla stessa or ail discorso del governatore della Bank of England Carney e la produzione manifatturiera attesa stabile a 0.3%. Alle 16:00 negli Stati Uniti la conferenza stampa del membro del FOMC Tarullo e il dato elaborato da JOLTs sui nuovi occupati attesi a 4.72 milioni contro il precedente a 4.67 milioni.
Mercoledì 10 alle 11:35 in Germania l’asta del bund e alle 19:00 negli Stati Uniti l’asta del T-note. Alle 23:00 la decisione sui tassi d’interesse in Nuova Zelanda attesi stabili a 3.50% e a margine la conferenza stampa del governatore Wheeler.
Giovedì 11 alle 3:30 in Australia il dato sui nuovi occupati atteso in recupero a 15.2 mila unità dal dato precedente a -0.3 mila unità per un tasso di disoccupazione atteso in calo al 6.3% rispetto al precedente a 6.4%. Alla stessa ora in Cina il dato sull’inflazione atteso a 2.2% rispetto al 2.3% precedente. Alle 10:00 il bollettino mensile della BCE e alle 14:30 le nuove richieste di sussidi di disoccupazione attesi a 300 mila unità in lieve calo rispetto ai 302 mila della lettura precedente.
Venerdì 12 alle 6:30 il dato sulla produzione industriale in Giappone atteso stabile a 0.2% e alle 8:05 il discorso del governatore della Bank of Japan Kuroda. Alle 11:00 il dato sulla produzione industriale in Europa atteso in recupero a 0.5% rispetto al precedente in flessione a -0.3%. Nel pomeriggio negli Stati Uniti il dato sulle vendite al dettaglio alle 14:30 attese in recupero a 0.6% dalla parità della lettura precedente e alle 15:55 il dato preliminare elaborato dall’università del Michigan sulla fiducia dei cosumatori atteso in rialzo a 83.2 dal 82.5 precedente.
EURUSD
La settimana scorsa è stata segnata dai ribassi per la moneta unica che nel rapporto contro il biglietto verde ha fatto registrare una brusca discesa fino ai minimi a 1.2920 nelle ore successive alla decisione che ha portato la BCE a tagliare tassi di riferimento di 10 basis point portando il refi a 0.05% e il tasso overnight in negativo di 20 punti base. Nel primo appuntamento dopo la pausa estiva la mossa della BCE, ampiamente attesa dopo i dati deludenti delle scorse settimane, ha di fatto dato ulteriore respiro al tasso di cambio con buona pace del settore delle esportazioni che dovrebbe riflettersi anche sui dati sulla produzione industrial in uscita questa settimana. Tecnicamente dopo la lateralizzazione sotto area 1.2950, il recupero sopra quella soglia ha determinate un’inversione di tendenza dall’area di ipervenduto e la stabilizzazione del cambio all’interno di un canale rialzista di breve period (grafico) con prospettive di lateralizzare e mantenersi all’interno di un range contenuto tra 1.29 e 1.30.
GBPUSD
Apertura in gap-down per la sterlina inglese che apre la settimana di contrattazioni sotto 1.62 complice la forza di dollaro che sta interessando tutti i principali tassi di cambio. In particolare il cable risente delle decisioni in tema di politica monetaria della Bank of England e della prospettiva che viene scontata queste settimane dai mercati di una conclusione del programma di quantitative easing negli Stati Uniti in Ottobre. Tecnicamente il cable si mantiene in un’area di forte ipervenduto in attesa del discorso di Carney di domani che darà qualche elemento in più per valutare le prossime mosse della BOE. È da segnalare il ritorno della sterlina inglese all’interno del canale ribassista identificato a metà Luglio e che ha fornito un ottimo supporto a tutta la discesa dei mesi estivi (grafico) rendendo così possibile identificare per l’inizio di settimana il mantenimento dei prezzi all’interno del canale definite tra 1.6180 e 1.6280.
USDJPY
La scorsa settimana ha determinate un aumento della volatilità sullo yen giapponese che si mantiene ancorato all’interno dell’ampio canale rialzista di medio periodo che ha delimitato l’intero movimento agostano di idebolimento della valuta nipponica fino a portarla fino a 105.50 nel rapporto con il biglietto verde, salvo poi ritracciare e ricollocarsi nella parte mediana del canale rialzista (grafico) e sopra il livello chiave a 105. L’aumento della volatilità identifica inoltre una situazione di possibile inversion di tendenza per cui è importante valutare gli sviluppi dei dati giapponesi in uscita in settimana che daranno ulteriore momento alle oscullazioni di prezzo, mentre l’attesa sarà per il pomeriggio di venerdì con l’uscita dei dati americani su occupazione e fiducia dei consumatori.