Che i mercati azionari dipendano principalmente dall’operato della varie banche centrali è ben documentato dall’andamento del Ftse Mib che dopo aver violato la resistenza a 21.150 sull’annuncio di misure accomodanti da parte della Bce arriva fino a 21.500 per poi consolidare sui prezzi complice anche uno stacco di dividendi.
Lo scenario continua a presentarsi positivo nel breve con i prezzi che si mantengono al di sopra del supporto di breve a 21.000/150, la cui tenuta potrà spingere i corsi fino alla resistenza a 22.000/160, livello da superare per dara via ad una nuova importante fase di rialzo.
La perdita di 21.000 invece fornirà un segnale di debolezza riproponendo l’indice verso 20.500/700 e successivamente verso 20.000 area a ridosso della parte bassa del range 19.500 – 22.000 che sta caratterizzando le oscillazioni dei prezzi da febbraio in poi.
Rimane da sottolineare come la debolezza del settore bancario, colpito dall’innalzamento dello spread e che pesa notevolmente sul listino principale, non abbia permesso recuperi più sostanziosi rispetto agli Stati Uniti tornati sui loro massimi assoluti ma anche sui listini europei maggiormente performanti