L’eliminazione del generale iraniano da parte degli Stati Uniti spinge il petrolio americano Wti fino a 64,70 dollari al barile, sugli stessi livelli visti in occasione dell’attentato alla raffineria nell’Arabia Saudita lo scorso aprile. In realtà il rally del petrolio era iniziato ad inizio ottobre, data di inizio del rialzo su tutti i mercati, quando il petrolio aveva testato quota 50 dollari e dove aveva reagito.
Lo scenario si presenta ancora incerto in quanto la tenuta di 64,70/65,00 dollari mantiene intatto il trading range 50,00 – 65,00 visto negli ultimi 12 mesi. Una recrudescenza delle tensioni potrebbe consentire ulteriori accelerazioni sopra 65,00 spingendo i corsi fino al target successivo a 75,00 dollari, massimi dal 2014.
La tenuta della resistenza a 65,00 dollari, se confermata con una chiusura inferiore, indicherà un rientro della tensioni geopolitiche permettendo un calo dei prezzi almeno fino a 60,00 dollari area e successivamente 55,00.
In un’ottica più ampia il petrolio americano si muove tra 40,00 e 75,00 dal 2016 in poi