Vista la settimana molto movimentata per il mercato delle materie prime abbiamo deciso di analizzare l'andamento dei principali futures di quest'ultimi.
GOLD:
La pazza settimana dell'oro si chiude in negativo, nonostante le continue notizie che arrivano da oltre oceano evidenziano un costante aumento dell'inflazione.
Il bene rifugio per eccellenza, sta incontrando diverse difficoltà a bucare la resistenza a quota 1.880 dollari l'oncia, ultimo grande ostacolo per raggiungere la tanto ricercata quota 1.900. Vedendo le notizie macroeconomiche che la FED e la BCE stanno facendo trapelare , ci troviamo davanti ad una vera e propria scommessa, nonostante sia molto probabile un approdo dell'oro a quota 1.900 entro fine anno, non ne abbiamo la certezza. La domanda sorge, l'ormai certo avvallamento della BCE e probabilmente anche della FED a politiche monetarie restrittive e il conseguente aumento di tassi di interesse per cercare di limitare l'aumento dell'inflazione, porterà ad un arresto della salita dell'oro? Sicuramente un buon suggerimento arriverà dal comportamento di quest'ultimo nelle prossime settimane vedendo se riuscirà a raggiungere la tanto attesa quota di 1.900 dollari.
CRUDE OIL (PETROLIO GREGGIO):
L'andamento del crude oil si sta rivelando abbastanza engimatico e contraddittorio.
Nonostante le previsioni diano un aumento del prezzo fino a fine anno, ci siamo trovati davanti ad un rintracciamento abbastanza importante, che sembra essersi arrestato sul supporto storico di questo trimestre. Sicuramente le previsioni non sono cambiate vedendo anche l'aumento della domanda e soprattutto il fatto che sta iniziando un inverno che promette di essere molto freddo. Il CEO di ENI (MI:ENI) si è sbilanciato affermando che secondo lui il prezzo del petrolio per barile potrebbe continuare a salire e raggiungere entro fine anno quota 100 dollari, teoria avallata dalle analisi delle principali banche di investimento mondiali, in primis Morgan Stanley (NYSE:MS). A livello tecnico ci sentiamo di avvallare l'ipotesi che il prezzo possa continuare a salire almeno senza troppe sorprese in un intervallo tra 85 e 90 dollari per barile.
Poche sorprese riguardo l'andamento del gas naturale.
Le analisi evidenziavano l'aspettativa di un piccolo rintracciamento a quota 5,060 e così è stato, anche se con picchi a quota 4.800. A livello tecnico la formazione di un triplo minimo (M1, M2, M3) fa pensare ad un rialzo sempre più deciso. A livello macro le costanti diatribe sui gasdotti tra Europa e Russia non fanno altro che confermare l'ipotesi di un suo rialzo sempre più deciso verso quota 6.000 ed auspicabilmente oltre, con grave danno per i consumatori.