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Appelli per gli stimoli fiscali

Pubblicato 17.02.2020, 11:55
JP225
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TOPX
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Avvio di settimana contrastato per l’azionario asiatico. Nikkei (-0,69%) e Topix (-0,89%) hanno ceduto terreno dopo il dato sul PIL giapponese, contrattosi dell’1,6% nel quarto trimestre, a fronte del -1% previsto dagli analisti e del +0,4% registrato il trimestre precedente. Si tratta della prima contrazione economica dal terzo trimestre del 2018 e del calo più marcato dal secondo trimestre del 2014, su cui non ha nemmeno inciso l’impatto del coronavirus.

Invece le borse di Shanghai (+2,28%) e Hong Kong (+0,52%) hanno aperto la settimana positivamente, dopo che i governi di Cina e Hong Kong hanno promesso ulteriori stimoli fiscali per combattere il rallentamento economico provocato dall’epidemia di coronavirus.

Secondo la direttrice generale dell’FMI Georgieva, “lo spazio monetario si sta restringendo e si dovrebbe poter fare maggiore affidamento su misure fiscali e riforme strutturali per stimolare la crescita”.

Di recente, la presidente della Banca Centrale Europea (BCE) Christine Lagarde si era appellata ai governi europei perché mettessero mano al portafoglio per aiutare la BCE a raggiungere i suoi obiettivi di crescita e inflazione.

Potremmo dunque trovarci all’inizio di un’era in cui le banche centrali iniziano a cercare attivamente l’aiuto dei governi per stimolare la crescita, dopo che, in tutto il mondo, più di un decennio di politiche ultra-accomodanti non ha generato i risultati previsti. Tuttavia, gran parte dei governi, che già sta combattendo contro livelli di debito enormi, probabilmente non sarebbe in grado di fare granché per far risollevare la crescita.

A proposito di stimoli fiscali, il Regno Unito potrebbe fare da capofila; il governo britannico è infatti intenzionato a spendere di più l’anno prossimo, per garantire la Brexit più morbida possibile al paese. E il nuovo Cancelliere (ministro delle Finanze) Risbhi Sunak è nella condizione ideale per contribuire ad attuare il piano di Johnson a partire dal mese di marzo. Una spesa più elevata dovrebbe tradursi in una maggiore espansione e togliere la pressione per abbassare i tassi dalla Banca d’Inghilterra (BoE), almeno per un po’. Probabilmente è questo che fa rimanere la sterlina sopra il livello a 1,30 contro il dollaro USA.

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Stando ai dati CFTC, la scorsa settimana gli investitori hanno accresciuto le loro posizioni nette speculative sulla sterlina.

I dati riferiti a gennaio in uscita mercoledì dovrebbero mostrare un miglioramento dell’inflazione britannica all’1,7% a/a, a fronte dell’1,4% registrato il mese precedente. La previsione di un dato riferito all’inflazione migliore del previsto dopo la vittoria di Boris Johnson a dicembre dovrebbe incoraggiare i tori della GBP a rafforzare le posizioni lunghe sopra il livello a 1,30 fino alla pubblicazione del dato.

I future sul FTSE (+0,27%) puntano a un avvio marginalmente positivo a Londra.

Oggi le borse USA saranno chiuse per festività.

L’euro continua a risentire di una discreta pressione a vendere, perché il sondaggio ZEW (martedì) e Ie stime flash sui PMI tedeschi (venerdì) probabilmente indicheranno che, a febbraio, il sentiment aziendale e l’attività manifatturiera in Germania hanno subito un ulteriore deterioramento, dal momento che s’inizieranno a vedere le prime ripercussioni del coronavirus sull’economia.

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